Knockout...
Data: 30/09/2023,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: xNemesi, Fonte: Annunci69
... c'erano le eliminatorie. E poi Roberto, quello del treno, che per coincidenza c'aveva il papà capostazione, che mi correva incontro con la faccia incazzata.
Uno e due e tre. I guantoni che sbattono sui miei.
La mamma era rimasta a casa arrabbiata. Non aveva degnato d'uno sguardo papà che caricava la mia borsa sulla Punto. «Dai Jolanda, non fare così. Il Giorgio è un campione. Non si farà male». E la mamma non gli ha risposto, al papà. Mi ha guardato e mi ha detto: «Giorgin', li hai fatti i compiti per domani?». «Li ho fatti mamma. Li ho fatti tutti». «Bravo Giorgin', figlio mio. Ti prego, non farmi stare in pensiero. Che non voglio che ti fai male e poi diventi tutto brutto». «Mà, non ti preoccupare, ce la faccio vedere io a quello là. Mamma?». «Dimmi amore». «Senti, stasera posso uscire? È il compleanno della Gilda. La porto al cinema».
La Gilda. S'è abbassata ed ha armeggiato con i bottoni. Ed io stavo iniziando a capire qual'era la sorpresa. E allora le ho detto: «Ma, Gilda. E se ci scoprono?». «Tranquillo. Tranquillo. Faccio veloce». E giù una risata. Ed io, invece, ci avevo un po' di paura. Ma allo stesso tempo me lo sentivo che diventava duro. E stringeva nelle mutande e poi nei jeans. E allora le mani sono corse ai bottoni. Hanno giocato con quelle di Gilda ed hanno fatto la gara per aprire i pantaloni.
Il Roberto si muoveva poco. Ma i suoi pugni erano tuoni che scoppiavano vicino. Il papà m'aveva detto di stargli lontano, «che è più lungo di te. Ti prende ...
... anche se corri fino a Cremona». «E come faccio, allora?», gli ho chiesto. «Semplice. Corri. Corri veloce tutto intorno. E poi, ogni tanto gli vai vicino e lo colpisci. Un pugno qui ed uno là. Su fegato e reni». Ed io gli correvo intorno, al gigante. Giravo che sembravo sulle giostre e quello lì, con la faccia piena di pustole e gli occhi piccoli, mi odiava ad ogni pugno che tirava all'aria.
Quando la Gilda l'ha tirato fuori dalle mutande era tutto dritto. E l'ho sentita mormorare qualcosa sul fatto che "sembravo" piccolino. Ed allora ho sorriso. E le ho posato le mani sulla nuca e l'ho portata a me. È stato un tuffo in un sogno. Un sogno tiepido ed umido. Io c'avevo una roba nella pancia che era un'emozione grossa. E non sapeva come uscire. Allora tremava. E tremavano pure le gambe e gli occhi lacrimavano. E mi veniva da urlare, ma urlare non potevo, che se ci scoprivano ci mandavano dal preside. E la mamma non mi avrebbe fatto andare più con la Gilda.
«Basta che non ti fai male», mi ha detto la mamma. «Se non ti fai male, ci puoi andare al cinema con quella là. Con la Gilda. Ma sta' attento. Sta' attento per la mamma». E m'ha guardato con quegli occhi semplici che conosco. E so che, anche se la mamma ogni tanto mi dice delle cose brutte, in fondo mi vuol bene. E poi s'è girata verso papà. Lo ha guardato per un momento lungo lungo e poi ha parlato. «Papà», gli ha detto «pensaci tu al campione. Che non voglio che si faccia male». «Tranquilla mamma. Vedrai che il Giorgio ...