1. Godere nella vergogna xvii


    Data: 18/09/2023, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... al tuo albergo.”
    
    Adele mi si avvicinò e sottovoce mi disse di passeggiare cercando di muovermi in modo lascivo.
    
    Lasciai i tre e mi incamminai davanti all’albergo. Le luci fredde illuminavano il mio corpo. Mi calai nella parte che mi era stata chiesta: camminavo ancheggiando cercando di essere convincente.
    
    Morivo dalla vergogna e provavo allo stesso tempo piacere nell’esibirmi così laidamente. Occasionali passanti mi squadravano, per fortuna senza avvicinarmi.
    
    Mio Dio, quanto ero caduta in basso, stavo battendo il marciapiede come se fossi veramente una puttana. Gaston mi aveva chiesto di farlo ed aspettare i tre neri che avevo conosciuto al bar, ora sarebbe finito tutto in fretta come lui aveva previsto. E dopo? Pensai a mio marito, a cosa avrebbe detto vedendomi in quello stato. Avevamo giocato ed in poche ore mi ero ritrovata in una via di Pigalle come una vera prostituta.
    
    Scorsi da lontano tre ombre che si avvicinavano sempre più. Erano tre persone di colore, forse i tre neri che a cui già mi aveva offerta Gaston.
    
    Dovetti offrire uno spettacolo davvero postribolare e ancor di più perché venni illuminata per intero dai fari di un’auto che anziché procedere si fermò a pochi metri da me.
    
    “Ehi bella fatti vedere.”
    
    Mi gridarono e sprofondai ancor più nella vergogna, non tanto perché fossero italiani come me, ma perché mi sembrò di riconoscere quella voce. Istintivamente abbassai la testa girando il capo dalla parte opposta.
    
    “Dai fatti vedere, ...
    ... non ti sei mai mostrata così.” Continuò.
    
    Quella voce la conoscevo ma non riuscivo darle un volto. Ero persa ed ancor più quando fui investita da una raffica di flash.
    
    Aumentai il passo dirigendomi velocemente verso i neri forse immaginando di sentirmi in qualche modo protetta. Appena fui vicina mi accorsi però che non si trattava delle stesse persone che avevo incontrato prima. Mi guardavano facendomi gesti eloquenti. Non sapevo più cosa fare ma ormai era tardi per i pentimenti e come avrei mai potuto ribellarmi visto come mi stavo mostrando. Mi calai completamente nella parte per adescarli e portarli in camera ed allontanarmi da quell’auto, che infatti ripartì facendomi tirare un sospiro di sollievo.
    
    Non ci potevo credere, ma in quel momento mi stavo prostituendo proprio come mi aveva chiesto Gaston. Sapevo bene cosa dire e come fare per offrirmi a loro. Era una situazione assurda, offrirmi come una puttana a tre uomini, anche se, a pensarci bene, ormai dovevo convenire che lo ero diventata davvero. Ma forse lo ero già senza rendermene conto, lo avevo confessato godendo tra le braccia di Rodolfo. Ora dovevo di certo farmene una ragione.
    
    Quando arrivai vicino a loro sorrisi. Pensavo di dover dire qualcosa, ma non ce ne fu bisogno.
    
    “C’est une sale trainée.”
    
    Mi manifestò uno dei tre facendomi sentire sporca e vergognandomi dell’insana situazione in cui mi ero lasciata trascinare. Il più vecchio continuò.
    
    “C’est une pute de Gaston.”
    
    Ribadì dimostrando ...
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