1. Godere nella vergogna xvii


    Data: 18/09/2023, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    MIA
    
    Mi guardavo intorno spaventata, scossa da brividi che non riuscivo a controllare, brividi mai sentiti fino ad allora, che mi percorrevano la spina dorsale, facevano pulsare il petto e trovavano il loro fulcro nel basso ventre. Quasi inavvertitamente feci scivolare una mano sul mio sesso che mi stava dimostrando tutta la mia vergognosa eccitazione. Ero nuda in mezzo ad una strada sconosciuta, in una città lontanissima, sentivo crescere in me sia la vergogna che la paura. Bussai nervosamente ancora una volta alla porta supplicandolo di lasciarmi entrare ma non ottenni nessuna risposta. Mi ero lasciata trascinare così in basso con la consapevolezza di fare qualcosa di osceno, di umiliante ma provando una profonda vergogna che mi eccitava in maniera mai provata. Mi rendevo conto di quell’eccitazione, me ne vergognavo, ma al tempo stesso mi attirava, mi piaceva, mi tentava e non riuscivo a resisterle. Lo volevo, non mi ero ribellata, intimorita eppure incapace di ribellarmi, ma forse non volevo ribellarmi. Mi mossi lungo quel vicolo deserto e col cuore in gola girai l’angolo che dava sulla via principale dell’albergo. Le luci al neon viola, fucsia, l’insegna di un sex shop e nonostante la tarda ora ancora qualche passante. Restai nascosta dietro l’angolo appoggiandomi al muro abbracciandomi in un gesto istintivo le tette. Non poteva essere vero, non potevo camminare in quello stato lì davanti. Sperai che le persone indicatemi da Gaston mi raggiungessero al più presto ...
    ... senza costringermi a dover fare un passo in più.
    
    Una fredda voce dietro di me mi fece sobbalzare. Mi girai di scatto e mi sentii mancare nel vedere un poliziotto che scrutava compiaciuto le mie nudità. Mi prese per un braccio e me lo girò dietro la schiena. Non riuscii a ribellarmi perché mi sentii paralizzata tanto ero scioccata dall’imprevista e difficile situazione. Sentii il freddo del metallo intorno ad un polso e poi all’altro e fui percorsa dai brividi. Mi aveva ammanettata e strattonandomi un braccio mi trascinò con lui.
    
    Era la fine: mi vedevo già nel loro commissariato a dare generalità e spiegazioni. Tremavo, non riuscivo parlare. Maledissi Rodolfo, Gaston e me stessa. Un altro agente uscì dall’auto. Parlavano tra loro, non capivo nulla ancora stordita dalla rapidità degli eventi. Ero piena di vergogna, guardai le mie nudità, le mie gambe fasciate dalle calze mentre mi tenevo in equilibrio instabile su quei tacchi; le manette che sfregavano i miei polsi mi facevano accapponare la pelle, sentivo i capezzoli indurirsi e infine capii che quella situazione di completa impotenza ed umiliazione mi stava facendo eccitare ancora di più.
    
    Mi scattarono delle foto per il verbale, mi chiesero di alzare il volto. Lo feci con estrema vergogna. Mi sentivo mancare e senza rendermi conto mi avviarono verso un cellulare. Aprirono la porta e dentro vidi con terrore alcune ragazze, tutte prostitute. Era parte di una retata e la seria professoressa Mia stava per concludere le sue ...
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