1. Aquila, guardone e non solo


    Data: 11/09/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: corsaro200, Fonte: Annunci69

    ... una ragazzina in crescita. Anche Aquila si muove autonomamente e porta l’altra mano all’altro capezzolo, nello stesso momento in cui Slave gli prende il cazzo in mano, comincia a smanettarlo e non si ferma lì, si avvicina, si avvicina e poggia le labbra sulla bocca dell’uomo che ha di fronte. Il respiro di Aquila si ferma, si immobilizza come una statua non di marmo freddo ma di materia infuocata. Slave che è smaliziato gli fa sentire la punta della lingua che con malizia e lussuria esce dalla sua bocca e cerca una strada calda e umida tra le labbra di Aquila che, senza che vengano comandate si dischiudono e consentono l’ingresso. La sua lingua che se ne stava ferma e piatta sul palato si fa anche essa a punta e tocca. Incoraggiato Slave molla il cazzo e abbraccia con trasporto e calore il suo occasionale partner, che fa altrettanto.
    
    È sesso, solo sesso? Sicuramente c’è trasporto e partecipazione non solo degli attributi per copulare, ma di tutto il corpo di uno e dell’altro. Quel bacio è diventato di fuoco, Slave, non più tanto schiavo, docile e sottomesso, conduce il gioco da esperto che è. Aquila si lascia fare, un po' prende iniziative, le mani dai capezzoli si spostano sul culo di Slave e gli stringono le chiappe con decisione e voglia. La stessa voglia la vede Slave con certezza nella durezza del cazzo e, prima che questo esploda in un’eiaculazione incontrollata e tempestiva, allenta l’abbraccio, ruota su sé stesso di centottanta gradi, allunga ...
    ... un braccio e poggia la mano al tronco dell’albero, lo stesso di prima, allarga le gambe e, con l’altra mano prende l’uccello di Aquila e lo punta al suo buco del culo. Ad Aquila non resta che spingere ed è dentro.
    
    È la prima volta nel culo, in più quello di un uomo, che ha baciato, si è preso la lingua in bocca, gli ha pizzicato capezzoli puntuti, su un petto somigliante a quello di una fanciulla in boccio. Quello che poi si sente dire lo travolge.
    
    - Scopami, fottimi, fammi troia, sei il mio maschio. Che bello, riempimi. Ah, ah, ah.
    
    È quasi una dichiarazione d’amore non romantica, fatta di sguardi teneri e cuoricini pulsanti, ma carnale di parole volgari, che stimolano la bestialità che c’è in ogni uomo, e travolgono Aquila. Lui che ha sempre accompagnato la penetrazione con baci e carezze, morde dietro al collo il giovane, come fa il leone con la leonessa di turno. E quando sta per venire quasi ruggisce e artiglia, pur non avendo unghie, la pelle di Slave lì dove le dita toccano.
    
    Calmati i bollori, Aquila con un tono quasi di scusa chiede.
    
    - Hai goduto? Ho pensato solo al mio piacere, scusami.
    
    - Sì ho goduto, ho goduto, non ti preoccupare, ci sono abituato ad essere usato, e forse mi piace così. Dopo poi mi rifugio nel mio mondo e godo da solo. Stavolta non è stato così. Ho partecipato. Vorrei rivederti.
    
    - Io sono turbato e confuso, ma non mi sei indifferente. Se vuoi, dammi il tuo numero così posso decidere a sangue freddo, con calma. 
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