Mimiche schive
Data: 27/08/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... il lineare fatto che quell’armoniosa, duttile e plasmabile supplizia, nonostante in verità t’addolori e ti tormenti, ti fa immancabilmente ritenere attiva e operosa, decisamente forte e preparata all’inverosimile.
Io acciuffai a piene mani l’appropriato coraggio, mi esaminai di fronte alla grande specchiera incoraggiandomi e rassicurandomi da sola, rimuginando nel mentre che cosa poteva attrarre e invogliare nei confronti d’un uomo la mia faccia semplice e i miei grandi occhi da vignetta umoristica? Soltanto dolcezza e premura. In quel periodo mantenevo fermamente finanche un’espressione languida e un tono sdolcinato, un piglio disattento e incantato, perché persino il personale modo di vestirmi troppo ginnico e non molto studiato, donava al mio aspetto esteriore un netto tono immaturo e puerile, nonostante avessi compiuto quasi trent’anni d’età. Era sopraggiunta l’ora di modificare il percorso, di correggere il cammino, perché mi sentivo femmina a tutti gli effetti, ma ora auspicavo di percepirmi ugualmente donna.
Con la cognizione pertinente e con l’atteggiamento giusto m’applicai in modo opportuno, poiché riservai in quella circostanza l’intera settimana curando e approntando al meglio al mio aspetto fisico, sostituii l’acconciatura e la colorazione dei capelli, trasformai interamente il mio abbigliamento, malgrado ciò, quel deserto composto dalla sua assenza nella mia vita diveniva acuta, profonda e insostenibile. Il lunedì s’approssimava e insieme a esso la ...
... circostanza nella quale dovevo ritornare alle mie faccende lavorative, tutto ciò mi cagionava un affanno inaudito e un assillo inverosimile, giacché ero lungamente assorbita in quelle considerazioni, allorquando squillò il telefono e pigramente risposi:
“Buongiorno a te Monica, sono Walter” – la sua voce rauca e al tempo stesso dissoluta e lasciva, lestamente mi magnetizzò.
“Monica, ti senti bene, come te la passi?” – riaffermò lui alquanto pensieroso.
“Porta pazienza Walter, credo di non stare molto bene” – aggiunsi io per l’occasione, disimpegnandomi e sottraendomi per la circostanza.
“Che cosa ti senti? Mi auguro che non sia nulla d’affliggente né di preoccupante” – seguitò lui, manifestamente interessato in modo alacre e riguardoso.
“E’ solamente un’elementare malattia virale Walter” – gli enunciai io, stemperando in tal modo la mia apprensione e il mio orrendo stato d’animo del momento.
“Ti confesso che mi sento tanto rincuorato Monica. Ho creduto che il tuo distacco fosse dovuto per movente mio. In ogni caso sono adesso di fronte alla tua abitazione, non t’infastidisce se vengo di sopra per salutarti?”.
“Certamente Walter, entra, sali pure” – neppure il tempo di terminare il dialogo che il citofono già trillava.
Walter in quella contingenza m’aveva acciuffato in perfetto contropiede, io non avevo avuto il tempo di prendere atto, che adocchiandomi avrebbe di certo compreso che il mio era un raffinato e sottile stratagemma, che in realtà stavo tutt’altro ...