1. Mimiche schive


    Data: 27/08/2023, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Io mi ritengo come disposizione complessiva una ragazza con un animo socievole e con un’indole alquanto spigliata, eppure mantengo sovente una personalità chiusa, mi valuto riluttante e a tratti sfuggente, allorquando mi capita di trovarmi di fronte nuovi uomini, oppure quando devo conoscere e in seguito frequentare dei nuovi ragazzi in generale, perché m’assale una sorta d’inspiegabile blocco emotivo, dentro di me s’impadronisce precisamente una promotrice forma d’ansia, un’inedita, messaggera e instabile timidezza, esattamente una radicata e inguaribile introversione s’appropria della mia persona.
    
    Dal momento che io lo intravidi la prima volta, preparai mentalmente che non poteva essere attendibile somaticamente quello che osservavo, perché lui era per me un magnifico ammalio, un effettivo e spettacolare abbaglio, perché si parò lì di fronte con la sua carnagione olivastra, con la faccia proporzionata, con delle labbra polpute e con il carisma d’un individuo che t’analizza scanalandoti e sviscerandoti la psiche. Lui in quella precisa circostanza mi salutò ammodo e in maniera educata, intanto che io bruscamente arrossii, giacché lo salutai con un fioco e malinconico ciao, tenuto conto che non riuscii ad aggiungere altro. Per lungo tempo io rimasi adorando ammaliata quel maschio, malgrado ciò, ogni benedetto giorno si replicava quell’identico e intenso rituale, lui oltrepassava l’uscio della succursale, mentre io mi sentivo imprigionare da quel quadro devozionale per me ...
    ... di massima seduzione e d’indiscussa avvenenza.
    
    Lui, invero, mi dava il buongiorno con leggiadria e con piacevolezza, intanto che io replicavo al suo saluto con un flebile ciao in soprappensiero, per il batticuore che dalla mia occhiata si diffondesse il mio intimo coinvolgimento, dal momento che ero incapace di rivolgergli sguardi mirati. All’epoca io lo braccavo durante il tempo in cui neppure uno m’osservava, mentre lui oziava rivolgendomi le spalle, la sua sorprendente schiena di maschio, di quelle che ti fanno sentire limitata e incustodita. Io esaminavo la sua figura, il pareggiamento eccellente dei capelli, le sue orecchie aggraziate e per concludere quelle mani che scorrevano sollecite e affidabili sulla tastiera del computer con un ritmo costante. Nel vedere la competenza e la scaltrezza delle sue dita i brividi m’assalirono, perché là presunsi che giocherellassero con la mia cute, giacché le raffiguravo energiche e al tempo stesso riguardose, nel tempo in cui sdrucciolavano fra le mie gambe. In quel momento mi sentii distintamente ardere, ricordandomi di soprassalto di non essere là da sola, sicché con enorme impaccio dissuasi lo sguardo da lui e con incalcolabile alleggerimento notai che nessuno si era reso conto dei miei indecenti e pepati lascivi pensieri.
    
    Il tempo lavorativo trascorreva e fra noi due frattanto germinò un’affettuosa amicizia fatta d’affiatamenti di canzonature, per il fatto che lui cominciò a vezzeggiarmi come se fossi un bambolotto di pezza, ...
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