1. Linda la nerd – Capitolo 25


    Data: 13/08/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... dietro di lei, e sembrava non fare fatica. Lei, invece, aveva il fiatone ed era sicura che da un momento all’altro sarebbe svenuta. Per quanto spesso facesse un po’ di attività fisica per tenersi in forma, la corsa non l’aveva mai convinta, e in quel momento stava pagando le conseguenze. In fondo, si chiedeva in quelle occasioni, quando mai avrebbe dovuto fuggire da un predatore? Fece una svolta, ansimando, per provare a raggiungere la strada, ma un buco, forse la tana di un qualche animale, le catturò un piede. Linda si trovò a terra, tra le foglie e i rametti, un dolore intenso che le azzannava la caviglia sinistra. Si rialzò, o almeno tentò: come appoggiò il suo lieve peso sul piede, lanciò un grido e cadde in ginocchio, atterrando sulle mani. Il movimento alle sue spalle diminuì di intensità e si ridusse a dei passi. – Eh, la bella figa si è messa in posizione per me, finalmente. – commentò la voce biascicata di Mauro. Sembrava non mostrare il minimo segno di stanchezza nella respirazione. Linda si girò, una smorfia di dolore sulle labbra, sedendosi. Fissò terrorizzata Mauro, spingendosi indietro con le mani, poi, sotto quella destra sentì qualcosa, lo strinse e se lo pose davanti, stringendo a due mani come una spada un bastone di poco più di mezzo metro, dritto ma non troppo, spezzato in punta. – Stai lì, bastardo, – lo minacciò, ma il pianto nella voce riduceva di molto l’autorità che la ragazza voleva imporre, – o ti spacco la testa. Mentre l’uomo rideva a quelle ...
    ... parole, Linda si spinse fino alle radici di un albero accanto a lei. Appoggiò la schiena al tronco, continuando a puntare il ramo come se fosse un’arma anche solo decente. – Non sto scherzando, Mauro. Vattene. – gridò mettendoci tutto il coraggio che aveva, ma non avrebbe ingannato un passerotto. – Lo vuoi vedere un palo davvero grosso, bella figa? – chiese lui, afferrando i suoi jeans strappati e luridi. Lì sbottonò e abbasso la zip: un attimo dopo una mano ravanava nelle mutande. – No! No! – urlò Linda, implorandolo, terrorizzata. Se lo avesse tirato fuori allora sarebbe diventato tutto vero, allora ogni possibile timore di quanto avrebbe potuto fare Mauro sarebbe divenuto realtà. Ma l’uomo non ebbe gli stessi pensieri della ragazza nella mente, o forse, al contrario, voleva che accadesse: con evidente difficoltà estrasse il suo cazzo e, tenendolo in mano come uno spadino pronto a calare sulla sua vittima, lo sollevò. Per un istante Linda volle credere che fosse uno scherzo, che quello che era apparso davanti a lei era un manganello color pelle, che Mauro tenesse un palo nelle mutande e lo usasse per picchiare la gente. Perché lei sperò che quella fosse un’arma contundente con cui l’avrebbe percossa a sangue e non un vero cazzo che quel mostro avrebbe infilato dentro di lei e usato per scoparla e tratto piacere dal suo corpo e… Ma quel coso era un vero cazzo, che si mosse quando Mauro cominciò a zangolarlo, con un desiderio malato in faccia, sbavando dalla bocca e dal meato. ...
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