Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (1)
Data: 12/08/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
... ogni cosa. Non potevo e non dovevo nascondergli nulla, non potevo assolutamente rischiare che venisse a sapere da altri quello che era successo.
Ma dovevo trovare le parole giuste, parole che non potessero ferirlo, parole che mi avrebbero dato la possibilità di non essere disprezzata anche da lui oltre che da me stessa.
Ma come avrei potuto dirgli che ero stata presa in tutti i modi possibili prima da Gaston, poi da altri sconosciuti e persino da tre neri e dai portieri del nostro albergo? Cosa potevo dirgli, che ero stata costretta? In fondo nessuno mi aveva veramente obbligata, tutto era successo facendomi provare una profonda vergogna ma con la mia piena consapevolezza, con la mia disponibilità e persino con il mio piacere.
La domanda di Rodolfo mi fece sobbalzare e iniziai a parlargli un po’ balbettando.
“La … la … se … sera che … ieri – cominciai a parlare sottovoce – qua … quando sono uscita … mi hai mandata fuori dall’albergo.”
Tirai un forte sospiro fermandomi un attimo, rendendomi conto che quasi farfugliavo e che dicevo parole incomprensibili. Cercai di farmi forza, di darmi coraggio, poi, finalmente, proseguii.
“Ricordi? Ti pregai di non farmi andare per strada così come ero vestita, ero praticamente nuda. Ma tu mi hai mandato fuori lo stesso, mi hai fatto uscire sola, senza nemmeno rispondere alla mia richiesta di aiuto. Ero vestita da troia, un abito che puzzava percè i guardoni ci avevano scaricato il loro sperma. Avevo vergogna e volevo ...
... nascondermi. Sono entrata nel vicolo vicino perché era più buio e non sapevo dove andare. Ti ho aspettato, ma tu non venivi. Ti ho aspettato tanto che pensavo che mi avessi abbandonata.”
Presi il mio viso tra le mani quasi a volermi nascondere per la vergogna di quanto stavo per dire.
Mi fermai ancora, presi ancora una forte boccata d’aria e, quasi con un nodo alla gola, proseguii.
“Che vergogna, Dio mio! Dover cercare il punto più buio accostata ai palazzi per non essere vista, per sfuggire a quelli che passavano, alle macchine che rallentavano per guardarmi. Mi hai fatto piangere, avrei voluto sprofondare, scomparire, forse morire. E tu non arrivavi. Ho pregato tanto perché tu comparissi dall’angolo dell’albergo, ma non c’eri mai.”
Un’altra pausa, in cuor mio non volevo ripercorrere quei momenti in cui effettivamente mi ero sentita persa, quei momenti in cui avevo paura di tutto, persino della mia stessa ombra.
“Quando mi raggiunse quel Gaston fu come se fosse stato il mio salvatore. Non so perché, ma in quel momento ringraziai il cielo per la sua presenza, anche se era stato l’artefice di quello che mi era successo. Voleva che io andassi con lui, voleva portarmi chissà dove, ho cercato di perdere tempo, di fare in modo che tu arrivassi, ma è stato inutile.”
Lo guardai con gli occhi lucidi.
“Ma ti rendi conto cosa io abbia passato in quei momenti? Cosa mi sia passato per la mente? Chi mi doveva stare vicino non c’era, ma c’era invece chi ci aveva portato fino ...