Il capufficio 2
Data: 09/08/2023,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
Si sentirono rumori di motori, all’esterno; erano arrivati almeno altri due furgoni ed una macchina; poco dopo fecero il loro ingresso le due donne che conoscevo come amanti di Osvaldo e incinte di lui; insieme a loro, due colleghi di Luciano, i mariti ridotti in schiavitù come lui; le donne si vennero ad accosciare accanto a me, perché condividevano la condizione di ree da giudicare; i due si affiancarono a Luciano, vittime tutti e tre della nostra lussuria smodata.
Poco dopo entrarono una donna matura ed una ragazza di poco più di vent’anni, che sembrava la più spaventata e spaesata; la donna guardò con terrore Osvaldo; capii che era la moglie, complice del marito, da quel che sapevo; l’altra doveva essere la loro figlia; fu lei a chiedere a Nicola cosa succedesse; le rispose Luciano che le riassunse le ‘nobili gesta’ di suo padre con la complicità dell’ineffabile madre, che favoriva le voglie di lui perché in cambio si scopava ragazzi di vent’anni senza sosta.
“Portate Lupo!”
Fu un ordine secco quello di Nicola; un ragazzo entrò portando un cane lupo di grossa taglia; in mano teneva uno straccio maleodorante; fecero sdraiare schienato su una panca il povero Osvaldo impossibilitato a muoversi, a parlare o a vedere; le gambe divaricate furono appese a due ganci nel soffitto; il ragazzo gli strofinò sul culo lo straccio; fece indossare al cane dei calzini di pelle e lo portò ad annusare lo straccio e poi il culo della vittima; capii che stavano per farlo stuprare dal ...
... cane e urlai.
Luciano piombò su di me e, per la prima volta nella vita, un suo ceffone mi colpì la guancia sinistra; la testa fu sballottata.
“Se osi ancora lanciare un solo suono uso il nerbo di bue e ti sfregio.”
Non fu il contenuto della frase a terrorizzarmi, ma il tono feroce con cui l’aveva pronunciata e, soprattutto, la luce di odio che vidi per la prima volta nei sui occhi.
“Perdonami, mi è scappato.”
Sussurrai timidamente; finalmente avevo capito che il gioco si era ribaltato e che adesso eravamo noi a dover temere l’ira dei buoni; la pazienza di mio marito era stata esaurita dal mio comportamento ed ora io ero solo il nemico da distruggere; non avrebbe avuto pietà di chi lo aveva umiliato ed io ero la prima colpevole; per il momento, a pagare era Osvaldo e, da quel che vedevo, sarebbe stata una punizione dura, forse però neanche pari alle colpe enormi.
La posizione in cui ci avevano sistemato era tale che potevamo assistere a tutta la ‘cerimonia’ senza perdere un particolare; il ragazzo ebbe forse l’umanità di passare un lubrificante nel culo della vittima e gli infilò brutalmente tre dita; lui non poteva reagire neanche urlando, perché imbavagliato; ma il corpo che fremeva tutto diceva il dolore che stava provando; conoscendo il suo carattere, quella era la peggiore umiliazione possibile; e non sapeva che sarebbe stato un cane a incularlo.
Vidi nettamente il cazzo della bestia uscire, color rosso fuoco, dalla guaina; non era enorme ma comunque ...