Godere nella vergogna iii
Data: 07/08/2023,
Categorie:
Etero
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
... nel vederla così sexy.
Le chiesi di lasciare l’abito.
“Ma....ma si scoprono ....”
“E allora, non sai come si mostra una puttana?Avanti fammi vedere le tette.”
Smise di protestare e lasciò i lembi lasciando così che una tetta si scoprisse completamente.
MIA
Con lo sguardo chino, ammutolita per la vergogna, ci allontanammo da quel ristorante.
Forse mio marito capì il mio imbarazzo perché mi abbracciò camminando, fino ad arrivare in un viale alberato. Ci sedemmo su di una panchina in un angolo semibuio.
Rimasi a guardare il selciato mordendomi il labbro inferiore. Come avevo fatto ad arrivare fino a quel punto? Mi sembrava assurdo e inconcepibile aver accettato di indossare un abito come quello. Gli esternai i miei pensieri con un filo di voce, forse sperando di essere capita. Ma lui cominciò ad accarezzarmi le gambe fin oltre le calze, fino alla pelle nuda, facendomi provare un brivido.
Gli dissi di come mi ero sentita nel ristorante, con tutti quegli sguardi addosso. Gli parlai delle mie paure ma tacqui sul fatto che, pur vergognandomi di quella situazione, mi eccitava l’idea di essere guardata, di sentirmi desiderata anche da quegli estranei e di essermi in qualche modo esibita agli occhi di quegli estranei. Come mi avrebbe giudicata?
Le sue dita raggiunsero il mio sesso e io sussultai dal piacere quando le sentii entrare in me. Dovette accorgersi subito che ero bagnatissima.
Sperai che continuasse, volevo che continuasse. Avevo una ...
... gran voglia di godere e la situazione, il luogo, tutto, mi eccitavano da morire.
Invece lui si fermò, tolse la mano dalle mie gambe e accarezzandomi il collo, cominciò a slacciarmi il lembo del vestito.
Con un misto di vergogna e di eccitazione gli chiesti di non farlo, eravamo in un viale pubblico, sicuramente sarebbe passato qualcuno e mi avrebbe vista. La vergogna mi assaliva ma l’eccitazione era tale che lo lasciai fare.
Mi disse che in quel momento ero la sua puttana e mi chiese di ripeterglielo. Con titubanza, ma con altrettanta vergogna glielo ripetei.
Lentamente fece cadere prima un lembo e poi un altro del vestito. Mi trovai a seno nudo in quella pubblica via. Mi vergognavo, avevo paura ma non riuscivo a reagire. Guardavo solo un lato e poi l’altro della strada con la paura che passasse qualcuno e mi vedesse.
Paura? Sì, una paura pazza e una gran vergogna, ma come in quel ristorante mi sentivo in preda a una assurda e strana eccitazione. In cuor mio sperai addirittura che qualcuno mi vedesse.
Ebbi un colpo al cuore quando, all’improvviso, mi chiese di passeggiare ancheggiando davanti a lui.
“Ma sono tua moglie – gli dissi con la voce tremante di emozione – come puoi chiedermi questo. Se qualcuno mi vedesse?”
Non mi rispose, mi guardava con i suoi occhi pieni di desiderio. Avrei voluto alzarmi, rivestirmi e chiedergli di tornare in albergo, ma in quel momento, in quel luogo così assurdo, forse ricordando la promessa fatta all’aeroporto, mi ...