Godere nella vergogna iii
Data: 07/08/2023,
Categorie:
Etero
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
RODOLFO
Mia non parlava. La abbracciai mentre ci allontanavamo da quel ristorantino.
In un viale alberato ci sedemmo su una panchina in un angolo buio; le infilai la mano sotto la gonna. Cercò di resistere ma cedette.
“Se ci penso mi vengono i brividi, non avrei mai pensato che sarei riuscita ad indossare un abito come questo” disse Mia con un filo di voce.
“Che vergogna sentire tutti quegli occhi puntati su di me, tutti quegli sguardi che mi fissavano. Mi hanno fatto davvero sentire una … una – abbassò gli occhi e dopo un attimo di esitazione riprese – un po’ ….. una di quelle.”
La sentivo fremere. Ormai eravamo entrambi eccitati. Le accarezzai il collo e le slacciai il nodo del vestito
“Cosa fai, sei ammattito” mi sussurrò senza però fermare la mia mano che lentamente le scopriva una tetta. “sono tua moglie, ti rendi conto che siamo all’aperto? potrebbe passare qualcuno e vedermi. Cosa mai potrà pensare? ”
Ma era solo una finta difesa in realtà si stava eccitando moltissimo. Appoggiai una mano sulla coscia e lentamente scivolai verso l’alto sotto la gonna sentendo la calza scorrere fino alla pelle nuda e poi arrivare sul suo sesso, caldo ed ancor più umido. Il mio dito ci sprofondò dentro. Con l’altra mano le scoprii anche l’altra tetta.
“ Penseranno che sei davvero una puttana … la mia puttana. Forse che non lo sei?” Mi stavo eccitando moltissimo, non avevo mai usato un linguaggio così volgare e lei stava al gioco. Sussurrò un si quasi un gemito. ...
... Respirava profondamente mentre la mia mano penetrava sempre più a fondo nel suo piacere. Le chiesi di dirmelo.
“Sono … sono la tua puttana.” Ripeté Mia sempre con un filo di voce, quasi tremando. Non ci eravamo mai spinti ad un sesso così trasgressivo. Con difficoltà mi staccai da lei. Mia non capì.
“Ti prego continua, - mi disse tremendo – vedi che sono eccitata, fammi godere ti prego”
La guardai: era seminuda su una panchina in un parco pubblico.
“Allora, sei o non sei una puttana? Di cosa ti vergogni? Alzati e fatti vedere.”
I capezzoli sembravano scoppiare, la situazione, per quanto dicesse, la stava eccitando.
“Ma sono tua moglie – mi disse con la voce tremante di emozione – come puoi chiedermi questo. Se qualcuno mi vedesse?”
Le chiesi di camminare lungo il vialetto sculettando come una puttana. Era ammutolita, si coprì le tette con l’abito ed iniziò a camminare tremante, muovendo il culo da vera professionista del sesso. Era come me la ero sempre immaginata: vestita come una puttana, calze e reggicalze, una minigonna che le arrivava a malapena sotto le chiappe lasciando ben in mostra calze e reggicalze sandali con tacchi a spillo di 12 centimetri. Il bordo dell’abito aveva sortito l’effetto desiderato vedere mia moglie come non l’avevo mai vista mi eccitava. E pensare che fino a qualche settimana prima non avrebbe mai indossato una gonna appena sopra al ginocchio. Lei si era eccitata di questo suo esibizionismo fino ad allora sconosciuto ed anche io, ...