Il territorio del sogno
Data: 03/08/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... più di quanto paesi o bandiere dovessero chiedere a un essere umano. Lasciammo a Lynh e a Nguyen un generoso pagamento e i migliori auguri di un lieto futuro e riprendemmo a navigare verso la nostra destinazione.
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Mentirei se dicessi che, durante la nostra lenta percorrenza a ritroso del Delta, tutte le storie che fino ad ora avevo sentito non mi avevano inquietato. A dispetto del mio scetticismo dovevo riconoscere che quella paura che io avevo conosciuto solo durante la guerra e l’angoscia nei loro occhi mille volte più profonda e animale di quella in quelli dei miei commilitoni a Hué o durante le pattuglie nel Delta, dovevano essere in qualche maniera fondate. Poi forse erano esagerazioni, leggende, nondimeno non potevo evitare di pensare alle implicazioni di tutto ciò. A dispetto del piacevolissimo intermezzo con Nguyen, continuavo a desiderare di trovare quella donna che, contro ogni logica, continuava ad apparire nei miei sogni. I due giorni successivi mangiammo riso e pesce essiccato dando quasi fondo alle nostre scorte e arrivando al villaggio dei Nung nel primo pomeriggio. Faceva un caldo assurdo. Dopo un breve conciliabolo nel loro brutale dialetto da parte del veterano che ci accompagnava e una rapida contrattazione pagammo un “dazio di soggiorno” non esattamente modico per lo standard vietnamita. Ci recammo subito a cercare quel Nung che Lynh aveva detto essere a conoscenza d’importanti informazioni riguardo la ...
... tribù perduta. Chiedendo in giro ci fu detto che abitava appena fuori dal villaggio, in solitudine ed evitato da tutti. Ci recammo subito da lui. Mi stupii di tre cose: in primis il fatto che il Nung fosse un vecchio di sessantasei anni suonati. La seconda cosa che mi meravigliò fu la sua padronanza dell’inglese che poteva comodamente rivaleggiare con quella di Minh stesso. E infine mi sorpresero le braccia e il petto dell’uomo, scarificati e solcati da cicatrici che, dopo pochi istanti, intuii essersi inflitto da sé. Minh fece per iniziare ma l’uomo sorrise. Un ghigno malvagio, facente capolino su di un viso rugoso in cui emergevano tra i solchi della vecchiaia gli occhi, terrorizzati da qualcosa… -Siete qui per la mia storia.-, disse in perfetto inglese. L’accento vietnamita si sentiva meno del previsto. Mi stupii, così come si stupì Minh stesso. Il Nung invece pareva infastidito. -Ho già detto alla mia gente tutto quel che potevo. Poi l’ho detto agli americani che sono passati di qui. E infine l’ho detto ai Nordvietnamiti.-, disse, -A voi dico solo di tornarvene a casa. Ora, senza guardarvi indietro e senza pensarci! Fatelo e vivrete.-. -Ci stai minacciando?-, chiesi. Il Nung mi rise in faccia. Fu una risata senza gioia, breve. -Io? No. No, no, no… Io sono un povero vecchio che cerca di tirare a campare ma sono inciampato su qualcosa di più alto di me. La tribù degli Shen, sono tutti pazzi… Si tatuano in modi che non ho mai visto…-, il tono della voce si abbassò in modo ...