Il territorio del sogno
Data: 03/08/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... Nguyen. Mi guardava. -Ci sono problemi?-, chiesi in francese. Poi lo domandai nuovamente in vietnamita. Lei scosse il capo e sciorinò una frase di cui capì solo le parole “soldi” e “favore”. -Non capisco…-, dissi. Lei attraversò lo spazio tra noi in un istante e mi mise una mano sul cavallo dei calzoni. Complice la scena a cui avevo assistito, avevo ancora un erezione, che il contatto con la mano della giovane non fece che accentuare. Merda, non ero certo desideroso di scoparmi la figlia di una Vietcong ed ero più che sicuro che la madre mi avrebbe massacrato a mani nude se l’avesse saputo. Feci per fermarla, mentre lei mi abbassava i calzoni e mi accarezzava il frenulo. -Aspetta… ferma…-, mischiai francese e vietnamita ma senza troppo successo. -Soldi e io fa felice.-, disse lei. Aveva parlato in inglese. Dozzinale, primitivo e goffo. -Non c’è bisogno.-, dissi io, cercando di farla alzare. Inamovibile, Nguyen mi sorrise mentre mi masturbava con lentezza. Dio, se fosse andata avanti sarei esploso. -Soldi e io fa felice.-, ripeté. Dannazione! Riuscii a prendere una manciata di banconote di taglio bello grosso e gliele diedi. La giovane sorrise e si chinò a succhiarmelo. Fu una tortura bellissima: la lingua di Nguyen era un serpente diabolico. Sarei venuto presto, prestissimo… I miei più nobili propositi svanirono quando decisi di arrendermi e con una mano accarezzai la testa della giovane dettando il ritmo mentre con l’altra afferravo i capezzoli di lei attraverso il ...
... camicione che vestiva. Lei sorrise. Smise di succhiarmelo. Si alzò. -Tu vuole…-, fece un gesto osceno con le mani per supplire allo scarso inglese. -No… continua come prima…-, sussurrai. Mi ero fatto una mezza idea di quanto sarebbe stata dura per lei se fosse finita incinta di un americano. I figli di soldati americani e donne vietnamite erano trattati come scarti di vita, me lo aveva detto un mio amico. Le madri di quegli esseri innocenti erano considerate come prostitute dappoco e difficilmente avrebbero avuto una vita normale. Io non volevo che questo accadesse anche a Nguyen. La giovane continuò a succhiarmelo e nonostante non fosse all’altezza di una donna navigata, mi fece venire dopo pochi istanti. Ingoiò tutto, sorridendo mentre si voltava, le tasche piene delle banconote che le avevo dato. La presi per una spalla. -Perché?-, chiesi. -Madre. Segreto, ok?-, rispose lei in inglese stentato. Annuii. -Segreto.-, lei sorrise. E io tornai al mio giaciglio per potermi addormentare. Ripartimmo l’indomani verso quella tribù di Nung e nonostante tutto non potei evitare di notare lo sguardo di Lynh. Era quello di una veterana, ma c’era qualcos’altro. Paura, un tale orrore da riverberare anche nei momenti più tranquilli… Per un solo istante mi domandai se fosse solo frutto degli orrori della guerra. Poi conclusi che probabilmente lo era. Ma “probabilmente” non era “certamente”. C’era dell’altro ma non trovavo giusto chiederle di rivelarmelo. Quella giovane aveva già sofferto abbastanza, ...