1. Il territorio del sogno


    Data: 03/08/2023, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... di darle la pistola. Non mi fido di lei.-, ribatté Minh. Con irritazione, la giovane mi consegnò il revolver, gratificando il sociologo di uno sguardo ostile. -Bene. Non temere, May Lyn. Ti porteremo via.-, dissi.
    
    Ovviamente non fu tutto così semplice. I Nung la guardarono con sospetto e più volte temetti fossero sul punto di assalirci solo per averla portata nel loro villaggio. Comunque tornammo sulla barca e iniziammo a navigare verso Ho Chi Minh. Facemmo tappa in un secondo villaggio dove May Lyn poté rifocillarsi, anche se non aveva dato segno di patire la fame. Mangiammo e fummo ospitati da alcuni contadini. Durante la notte mi parve di sentire qualcosa, come un canto. La voce era femminile e a tratti bestiale. Non pareva assolutamente quella di Lyn. Allora mi recai nella sua camera e la trovai alzata. Stava in piedi davanti al letto. Bussai per educazione. -Chi è?-, chiese. -Sono io.-, dissi, -Posso entrare?-. -Certo.-, disse lei. Pareva sorridere, lieta della mia visita. Entrai guardandola. Pareva stare bene. Notai che il canto echeggiava appena e si era già dissolto, pur essendo incomprensibile alle mie orecchie. -Mi sembra un sogno! Non vedo l’ora di vedere la città!-, esclamò. Era eccitata come una bambina. Sorrisi con comprensione. Come spiegarle? Da dove iniziare e soprattutto come? Come farle capire dei miei sogni e tutto il resto? Notai che la giovane indossava solo una canottiera e una sorta di corto pareo che doveva fungere da biancheria intima. -Sei ...
    ... bellissima.-, dissi per rompere il ghiaccio. Lei sorrise. -Anche tu. Sei forte.-, indicava i miei muscoli, rimasti abbastanza in forze anche dopo il Nam. -Hai pensato a cosa farai?-, chiesi. Lei scosse il capo. -Mi basta andarmene dalla giungla.-, ammise. Era splendida. Così vicina mi intorbidiva il sangue e già sentivo l’erezione alzarsi dal suo torpore. La volevo. Ma non ero un animale. Eppure era difficile resistere al suo fascino. Mi accorsi di avere una mano sulla sua spalla. Come c’era arrivata? L’avevo messa prima o dopo esserci seduti sul letto? E soprattutto, perché non ricordavo tutto ciò? Se a posteriori tutte queste domande mi furono spontanee, sul momento furono assolutamente prive di rilevanza per me. Tutto quel che importava era lei. -Potresti venire con me… in America.-, dissi. Lei mi guardò sorpresa e per un istante temetti avrebbe rifiutato. Invece mi sorprese nuovamente. -Perché ti preoccupi tanto per me?-, chiese. Io presi tempo. Come spiegare? Optai per la verità. -Perché ti sogno, da molto. Da prima di venire in Vietnam.-, ammisi. -E nel sogno… cosa facciamo?-, chiese lei. La sua mano ora era sulla mia gamba. Sulla coscia. Cercai d’ignorare l’eccitazione che mi gridava di possedere quella femmina. Ardua impresa. -Facevamo l’amore.-, confessai. Lei rimase in silenzio per un lungo istante. -Presso la mia gente si dice che i sogni siano promesse degli spiriti. Se mi hai sognata, allora io sono tua.-, disse. Non era arrendevole, mi guardava con uno sguardo di ...
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