Il territorio del sogno
Data: 03/08/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... scelto di abbandonare la nave. Strinsi i pugni dalla rabbia. -Signor Minh, si tratta solo di riuscire a trovare tracce di quella tribù. Solo tracce!-, esclamai. -Non le credo. Si vede che lei è spinto da ben altro. L’ho aiutata perché le sue affermazioni mi intrigavano e perché da quando il regime di Saigon è caduto non posso certo dire di essere richiestissimo per i miei servizi ma adesso basta! Io me ne vado.-, si voltò e prese ad andare verso la barca. La guardia del corpo mi guardò stupita poi seguì Minh. Lo raggiunsi. Dovevo fargli cambiare idea, a ogni costo! -Ascolti, sta calando la notte. Io direi di fermarci qui, dormire e riparlarne l’indomani.-, dissi. Minh titubò. Complice l’odore di cibo cotto che si spandeva nell’aria, accettò. Piantammo una tenda rudimentale fuori dalla zona del villaggio e pagammo il cibo, consumando tra l’altro parte delle nostre scorte e offrendone agli indigeni. Fu persino piacevole, o almeno lo sarebbe stato se mi fossi goduto quel momento ma i miei pensieri erano ben altri. Dovevo continuare. Minh non capiva, il suo terrore non gli permetteva di capire. Dovevo continuare o ne sarei uscito pazzo, questo mi dicevo. Ero ostinato, determinato a farcela. Andai a letto arrovellandomi sul problema.
Il sogno si ripresentò ma stavolta fu molto diverso. La giovane correva davanti a me, le nudità scultoree bellissime e impudiche al sole del mattino, i tatuaggi che le ornavano il corpo erano un’aggiunta a tale bellezza. La desideravo con tutto me ...
... stesso e la rincorsi. Inciampai. Mi rialzai, poi la vidi fermarsi e guardarmi. Pensai che l’intermezzo erotico onirico stesse per ripresentarsi ma lei mi guardò in viso e parlò. -Vieni. Trovami. Non temere.-, disse. Poi il sogno finì. Mi svegliai e notai che era ancora notte fonda. Ma fu il dettaglio, la consapevolezza di dover uscire, cercare quella donna finché ancora potevo che mi guidava. Mi alzai e, con estrema cautela, mi mossi verso l’uscita della tenda, riuscendo a non svegliare nessuno. Uscii nell’aria umida della notte. Senza pensare, corsi verso la giungla. Inciampai, caddi, mi rialzai e ripresi a correre. Arrivai oltre la linea degli alberi, poi ancora più in là. Non m’importava di venire ucciso e non m’importava di tornare indietro. Ero attirato da quel sogno. Mi aveva detto di venire lì e avrei obbedito, anche se non avevo idea di dove fosse il “lì”. Non sapevo cosa stavo facendo né dove stavo andando ma non m’importava. C’era solo lei. La brama febbrile d’incontrare quella creatura celestiale mi intorbidiva il sangue. Una frase in vietnamita mi raggiunse. Era stata esclamata dalla guardia. Mi aveva seguito. Mi raggiunse, invitandomi a gesti a tornare indietro. Scossi il capo spiegando in un vietnamita appena comprensibile il mio sogno. Lui scosse il capo. Gli mostrai altre sei banconote da venti sterline (che avevo tenuto da parte per una simile evenienza). Per loro era l’equivalente di cinque anni di lavoro… Il bodyguard annuì e io ripresi a inoltrarmi nella ...