1. In sala prove


    Data: 23/07/2023, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Autore: PrecumKing, Fonte: RaccontiMilu

    ... tornarono velocemente a inturgidirsi, né di stillare saliva, che luccicava come cristallo quando colava addosso a noi, facendomi uscire dalla realtà e introducendomi in una dimensione fatta unicamente di sensazioni tattili, visive e olfattive, e dove i sensi di colpa e la morale occupavano un cantuccio infinitesimale, posto ai suoi estremi confini. Né io né Massimo siamo circoncisi, e notai che Laura sembrava divertirsi a coprirci e scoprirci la cappella, come se stesse giocando. Ad un tratto poggiò la lingua sulla parte superiore della mia cappella che, violacea, pulsava all’inverosimile, e dopodiché lasciò che la pelle ricoprisse sia il glande che la sua lingua. A quella vista sentii un nuovo, gigantesco brivido percorrermi la schiena, ma quando sentii la lingua di lei rotearmi attorno, circondata dalla mia cappella e dalla pelle che la ricopriva, allora mi trasformai in un essere il cui unico scopo era quello di restituire a quella donna la stessa quantità di piacere che ci stava dando. Non so se durò un minuto, cinque, o solo alcuni secondi, ma quando tirò fuori la lingua per rifare lo stesso lavoretto a Massimo, seppi solo che Laura aveva svegliato dentro di me qualcosa, una fame, una sete, un bisogno inestinguibile. Lei non diceva nulla mentre si lavorava i nostri uccelli, ma si limitava a occhiate che avrebbero incendiato la pietra, e mugolii che rivelavano una libidine che montava come la marea. Quasi non mi accorsi quando Laura iniziò a strusciare i nostri uccelli ...
    ... l’uno contro l’altro, senza smettere di inzupparli di saliva. Anche in questo caso il dado era tratto, e per quanto strana, stranissima, e del tutto inedita, la sensazione di starmi strusciando sull’uccello di un altro uomo faceva in qualche modo parte del gioco. Era troppo tardi per fare rimostranze e non restava altro che lasciarle condurre le danze. Sperai con tutto me stesso che a Massimo non venissero scrupoli di nessun tipo, che inevitabilmente avrebbero rovinato quel momento, ma per fortuna anche lui sembrava essere giunto alla mia stessa conclusione. La lasciammo smanacciarci i cazzi come voleva, impiastricciandoli con la sua saliva, che andava mischiandosi con gli umori che producevamo, creando un liquido viscoso in cui Laura sguazzava con quel visino all’apparenza innocente da universitaria sprovveduta. “Va meglio adesso, ragazzi? Passata la vergogna? Vi sentite sempre maschi?” ci prese in giro Laura, ritrovando la propria verve. Rispondemmo a grugniti, ormai preda di istinti totalmente primordiali, la mente avvolta da fiamme che lei stessa aveva così ben alimentato. Lei si alzò in piedi, lentamente si voltò e lentamente inclinò il busto, sporgendo il suo culo perfetto verso di noi. Lo accarezzai, e non riuscii a trattenermi dal sondarle l’ano con le dita: reagì, elastico al mio tocco, facendomi pensare agli anemoni di mare che si ritraggono non appena li si sfiora. Laura ci fece mettere uno alla sua destra e uno alla sua sinistra, tutti e tre vicinissimi, poi cinse ...