Linda la nerd – Capitolo 9
Data: 22/07/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... di animali e sangue secco e…
Si accorse che superavano l’auto e, proseguendo così, una dopo l’altra, anche le altre parcheggiate. Arrivarono in fondo allo spiazzo e la trascinò oltre l’angolo dell’edificio del bar, in un vicolo in ombra, pieno di spazzatura e oggetti rotti e arrugginiti. Il fondo era una gettata di cemento nuda, fatta con poca grazia, il cui centro era facilmente indovinabile da una striscia di sabbia portata dall’acqua quando pioveva.
– Dove diavolo mi…
– Zitta, bella figa. – gl’impose lui, aggiungendo uno strattone che le strappò un grido e la fece incespicare. La ragazza capì che Mauro non l’avrebbe più lasciata andare, e che se non avesse avuto ciò che voleva sarebbero stati probabilmente pugni e calci.
Non vide altra alternativa al seguirlo e accettare quello che voleva fare. E tutto quello per un cazzo di nome… Fanculo a Linda e al coglione che se la scopava.
Il vicolo divideva il bar da un capannone prefabbricato che doveva avere almeno cinquant’anni, di metallo arrugginito, le finestre con buona parte dei vetri rotti o completamente mancanti. Con un’occhiata all’interno attraverso una porta divelta, Francesca vide il pavimento coperto da terra soffiata all’interno dal vento e trasportata dalla pioggia, su cui erano cresciute alcune erbacce dall’aspetto malaticcio. Macchinari imbrattati e che non avrebbero più funzionato nemmeno dopo una profonda revisione le fecero supporre che all’interno di quel capannone venissero riparate ...
... automobili o, più probabilmente, a giudicare da un grosso copertone alto quanto lei, trattori.
Un macilento gatto dal pelo sporco sollevò il muso lordo di sangue dalla carcassa di quello che doveva essere stato un grosso topo, soffiò contro di loro, poi, comprendendo che non avrebbe potuto fare nulla per fermarli, s’infilò correndo sotto alcune assi di legno marce, saltò su una cassa di metallo che un tempo doveva essere nero ma ora era per lo più arancione di ruggine e tarlata dall’azione delle intemperie e balzò in una finestra rotta, scomparendo nel capannone. Un paio di piccioni espressero ad alta voce la loro disapprovazione per il passaggio del felino nel loro territorio.
All’improvviso, la ragazza si sentì spingere e la sua schiena sbatté contro il muro di cemento del bar, tra una pila di fusti di una marca di birra che non aveva mai sentito nominare e dei bancali impilati che emettevano un odore nauseabondo e su cui, da anni, dei rampicanti avevano ormai messo radici, riempiendoli di foglie morte e ospitando quelli che sembravano nidi d’uccello abbandonati da tempo.
Guardò Mauro che continuava a tenerla per un braccio, mentre la mano libera trafficava con imbarazzante difficoltà sul bottone dei pantaloni. Imprecò un paio di volte finchè la rotellina di plastica non uscì dal taglio nel tessuto.
Lei scosse il braccio perché lui la lasciasse. Mauro abbandonò i pantaloni, fissandola con astio. Francesca ebbe un attimo di timore, ma poi cercò di riprendere il controllo ...