Linda la nerd – Capitolo 9
Data: 22/07/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... della situazione, o almeno farlo credere all’uomo. Con un ultimo movimento si liberò dalla presa.
– Anch’io ho una voglia pazzesca di fare l’amore con te, Mauro, – disse, rendendosi conto in quel momento quanto le fosse passato ogni eccitamento e avrebbe preferito inseguire il gatto per nascondersi con lui in qualche buco pieno di ragnatele. Ma sapeva che non poteva dire allo stronzo davanti a lei che aveva cambiato idea, o, se fosse stata fortunata, si sarebbe risvegliata in un ospedale, – ma abbiamo un accordo. Voglio quel nome.
Si aspettava che avrebbe preteso prima il rapporto e solo dopo gli avrebbe rivelato chi era il poveraccio che non aveva trovato di meglio della fica di Linda, e magari anche allora avrebbe voluto qualche altro servizietto per dirlo.
E invece Mauro, ora con tutte e due le mani libere, riprendendo ad abbassarsi i pantaloni, disse: – Tommaso Varotto. Ci andavo a scuola insieme. Una volta l’ho picchiato. – come se stesse parlando del tempo. I pantaloni scivolarono lungo le gambe.
Francesca aveva le dita attorno all’elastico degli short, quando sentì il nome. Si bloccò di colpo, tutta la sua attenzione a cercare nella sua memoria dove avesse già sentito quel ragazzo. – Chi… – mormorò, con gli occhi che avevano smesso di mettere a fuoco il mondo esterno a favore di quello mentale.
– Tommaso Varotto. – ripeté Mauro, questa volta con la noia di ripetere un concetto nella voce. Afferrò i pantaloncini in jeans della ragazza e, senza troppa ...
... grazia, glieli abbassò con uno strattone.
Francesca ebbe un sussulto, strappata dai suoi pensieri. Sentì improvvisamente l’aria fredda del vicolo in ombra accarezzarle le labbra della sua fica e ad asciugarle il desiderio che le imperlava, ma a differenza delle altre volte la sensazione fu ben poco piacevole. Abbassò lo sguardo e, oltre il suo grosso seno, poté notare che a Mauro l’aria fredda non stava facendo affatto effetto.
Solitamente, quando aveva davanti a sé un uccello in erezione, lo prendeva con una mano, sorridendo all’uomo che ci era attaccato, dicendogli che era davvero grosso, e accarezzandolo. In quel caso, però, la mano avrebbe voluto portarsela alla bocca, gli occhi sgranati.
Quello che puntava minaccioso contro la sua passera non era un cazzo, quanto piuttosto quello che si poteva considera il terzo avambraccio di Mauro. Doveva essere lungo almeno il doppio di un normale, confortante uccello, e questo senza considerare la circonferenza: Francesca non sarebbe stata sicura di riuscire a cingerlo completamente anche usando entrambe le mani. Vene viola e blu, disposte apparentemente a caso, rompevano il colore rosa della pelle, che si apriva svelando una cappella viola, minacciosa, appena più grossa dell’asta. Un taglio longitudinale, che negli altri ragazzi che Francesca si era fatta si notava solo se si teneva il cazzo a cinque centimetri dagli occhi, nella punta di Mauro aveva le dimensioni di una asola da camicia.
La ragazza deglutì a quella vista, ...