Eravamo 4 amici al bar/ 4 - finale
Data: 09/07/2023,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69
... cosa.
- Ora ti sodomizzerò con un cero. – Annunciò. – Rilassati che mi faciliti le cose.
Una parola rilassarsi, spendo cosa stava per farmi. Ma ci provai.
Dopo un po’, infatti, sentii il cero che si strofinava nella fessura del culo. Rabbrividii nuovamente. Poggiò il cero all’ano, spinse dentro il puntale, facendomi provare qualcosa di sconosciuto ma che sembrava piacermi da morire. Mi aveva messo spesso un dito nel culo, soprattutto quando mi faceva il pompino. Ma stavolta era diverso. Non lo faceva per farmi venire prima ma per divertirsi lei.
Non finii di pensare, che lei mi spinse dentro il cero per qualche centimetro. Mi sembrava di essere impalato, ma prima ancora che decidessi cosa pensavo, lo spinse dentro fino in fondo.
- Ah... – Mi sfuggì il lamento.
In realtà non avevo provato dolore, ma il piacere generato da qualcosa che ti viene inserito nel culo. Era come se da quel momento io non fossi più padrone di me stesso, ma un oggetto nelle sue mani. Ora sapevo cosa provavano le mie schiave.
Per tutta risposta, il mio uccello andò in erezione spontanea. Un riflesso condizionato, pensai.
- Guardalo il maiale! – Sbottò. – Gli piace proprio tutto. Ma adesso ti sistemo io.
Andò a prendere il collare e le cinghiette per i polsi. In breve mi legò le mani al collare, in modo che, camminando a quattro zampe, dovessi muovermi su ginocchia e gomiti. Come un cane. Poi prese il frustino e un giornale arrotolato, proprio come si fa per addestrate ...
... i cani.
E iniziò di brutto, dandomi un colpaccio col giornale sui coglioni. Ovviamente non è stato doloroso, ma certamente molto impressionante per me. Iniziò a portarmi in giro senza guinzaglio, ma guidandomi con colpi di frustino al culo e colpi di giornale a coglioni e al cero. Credetemi, in quel modo chiunque avrebbe obbedito come un cagnolino... E tanto fece finché non si spogliò, si sdraiò sul letto e mi fece salire per farsela leccare come se fossi un cane. Beh, lo facevo già normalmente ogni volta che mi ispirava. A in quel frangente mi comportai proprio come un cane da lecca. Non perché piaceva a me ma perché piaceva a lei. La leccai con frenesia.
Ma anche a lei non era lì per godere di lingua che mi obbligava, ma per dominarmi. E così, dopo un po’ mi fermò, mi fece saltare dal letto, mi fece sdraiare mentre preparava la corda che scendeva dalla trave a vista della stanza.
Era evidente che voleva in qualche modo legami alla catena come un cane e la lasciai lavorare. Ma alla fine mi fece alzare, mi slegò le mani dal collare e le legò alla corda in modo che tenessi le braccia alte, verso il soffitto. Forse era meglio se facevo il cane...
In quella posizione avrei dovuto sentirmi umiliato, ma trattandosi di mia moglie mi limitai ad attendere le sue mosse sperando che mi piacessero.
Non fu proprio così. Prese il mazzuolo e mi diede un colpo secco al cero nel culo.
Stoook!
- Aia!! Cosa fai?
Stooooock!
- Zitto o ti imbavaglio.
Restai ...