1. La conference call (la vendetta corre on line)


    Data: 28/06/2023, Categorie: Etero Autore: Alchimista980, Fonte: Annunci69

    ... fastidiosa di Angela mi riporta alla realtà: “Andrè, scusa, puoi venire per la stampante? Mi serve urgentemente, dai!”.
    
    Mi impongo di continuare a fare finta che nulla sia accaduto. Forse così capirà e mi lascerà stare.
    
    “Vengo!”, urlo sbuffando mentre mi alzo di scatto.
    
    A lunghi passi mi avvio verso la stanza di Angela. La porta è aperta. Entro prepotentemente.
    
    I miei occhi non credono a quello che stanno vedendo.
    
    Angela si è sfilata i jeans e le mutandine. È seduta sulla sua poltrona, orientata verso di me. La gamba destra sulla scrivania, l’altra sul poggiabraccio. Le braccia conserte sul ventre.
    
    Una posa oscena.
    
    Non posso non notare come la sua vagina, depilata, sia gonfia. Le grandi labbra allargate. Mi guarda come se nulla fosse, seriosa ma anche curiosa della mia reazione.
    
    A quella vista rimango impietrito. Un groppo alla gola. Bocca asciutta. Battito cardiaco accelerato.
    
    Decido di affrontare la situazione.
    
    “Angela, che cazzo vuoi?” chiedo con tono inquisitorio, ma calmo ed estremamente ingenuo.
    
    “Secondo te? Il tuo, ovviamente!!!!” esclama lei esplodendo in una risata sguaiata.
    
    “Dai Angela, per favore! Facciamo finta che non è successo nulla, ok? Me ne torno di là a lavorare, tu ti rivesti e amici e, soprattutto, colleghi come prima ok?”, chiedo con tono supplichevole.
    
    Percepisco immediatamente la furia che ottenebra gli occhi di Angela. Ma sta cercando di contenersi.
    
    “Non mi vuoi?!” urla ad alta voce mentre allarga ancora di ...
    ... più le gambe.
    
    “No, Angela! Non ti voglio!”, replico con voce ferma, mentre mi volto e fuggo verso la mia stanza.
    
    “Sei un bastardo Andrè! Vaffanculo! Sei frocio pure tu! Lo sapevo che la fica non ti piace!”: i suoi insulti mi inseguono.
    
    Mi butto di peso sulla mia poltrona.
    
    La situazione è insostenibile: “Angela, a fare in culo vacci tu!” rispondo urlando con tutte le mie forze.
    
    Non è più uno studio questo. È diventato il palcoscenico di una squallidissima commedia di terz’ordine.
    
    “Maledetto, questa me la paghi!!! Hai capito, stronzo?!”.
    
    Decido di non rispondere, mi alzo e chiudo con violenza la porta della mia stanza.
    
    Mi adagio sulla poltrona, chiudo gli occhi e respiro forte. Mi devo assolutamente calmare, a breve inizierà la conference-call e ancora non mi sono preparato.
    
    Con le mani ancora tremanti dal nervosismo inizio a studiare.
    
    Passano vari minuti e finalmente mi sento più tranquillo, riuscendo a raggiungere un accettabile livello di preparazione.
    
    Questa conference-call è fondamentale per me. È con l’amministratore delegato di una grande società di Milano. Se dovesse andare bene avrei un nuovo importantissimo cliente.
    
    È giunta l’ora.
    
    Mi collego, indosso gli auricolari, e lo schermo si riempie del faccione di questo serioso manager milanese. Passano i minuti e la riunione procede bene.
    
    Sono galvanizzato.
    
    Improvvisamente percepisco che la porta della mia stanza si è aperta.
    
    Distolgo lo sguardo dal manager milanese e lo rivolgo ...