La mammina.
Data: 27/06/2023,
Categorie:
Anale
Sesso di Gruppo
Tabù
Autore: Bradi77, Fonte: xHamster
La Mammina.
Mercoledì, 10 Luglio 1996.
Sicilia.
Primo pomeriggio.
Il sole picchia come se il suo intento fosse quello di pietrificarci tutti lì sul posto, nella posizione in cui siamo, con ancora i nostri sorrisi fessi dipinti sulle labbra. L'aria è immobile, l'umidità insopportabile, e i gabbiani che volteggiano sopra le nostre teste sembrano piangere per la disperazione. La maglietta è saldamente incollata alla schiena, e una goccia di sudore mi sta scivolando lungo l'interno della coscia destra. Il sorriso fesso non ne risente. Mi pagano, per esibire quel sorriso fesso. Dovessi morire adesso, gente, lo farei sorridendo. Non per eroismo: è che ormai il sorriso fesso è una specie di paresi. Ce lo facciamo tra di noi anche quando ci incrociamo in bagno per andare a cagare (di corsa) dopo aver pranzato (di corsa, che c'è da fare l'odiatissimo gioco caffé).
Stiamo a bordo piscina, che in questo momento è chiusa e deserta: Piero, il bagnino, è lì con noi, sorriso fesso d'ordinanza stampato in faccia e maglietta azzurra dell'èquipe di animazione incollata al torace carenato. Piero fa il bagnino durante l'orario di apertura della piscina, e fa l'animatore quando la piscina è chiusa. Due al prezzo di uno. Mica scemi, quelli dell'agenzia.
Fare l'animatore significa fare una vita d'inferno, non dormire mai, fare il facchino e all'occorrenza "l'uomo di fatica", cioé il mulo, e guadagnare molto, molto poco. Un mese di lavoro, a me, che sono animatore di ...
... contatto, in ritenuta d'acconto viene pagato 600.000 lire lorde. Lavoro sei giorni e due terzi su sette. Comincio alle 8 del mattino con il risveglio muscolare, finisco alle due del mattino, dopo aver fatto le prove per lo spettacolo del giorno dopo. Un massacro, insomma. In compenso, se uno riesce a stare sveglio, dopo le due del mattino si scopa come ricci. Io e gli altri col sorriso fesso siamo qui praticamente per questo, dei quattro soldi che ci danno ci importa sega. Figa, quella sì, che importa. Figa e culi in tutte le salse.
Ma del resto abbiamo vent'anni, siamo praticamente indistruttibili, e soprattutto non capiamo un cazzo, ma questo potrò dirlo solo tra vent'anni, quando starò dietro ad una tastiera a scrivere questa storia.
Figa figa figa. Qesta è la molla che ci fa alzare ogni mattina, anche se abbiamo dormito meno di tre ore. Figa, figa, figa. Figa di tutti i colori, di tutti i sapori, giovane e meno giovane (dalla sbarbina diciottenne che te lo ciuccia timida alla signora quarantacinquenne con tanta, tanta fame che vuole essere scopata a raffica da quattro o cinque di noi), figa sposata e fidanzata con mille fantasie diverse su di noi, morti di figa dal sorriso fesso che improvvisamente, grazie alla scritta "èquipe" sulle spalle, ci siamo ritrovati ad essere così pieni di figa da non avere il tempo di leccarla tutta. Che spreco, gente.
Guardo l'orologio e mi avvicino il microfono alla bocca. Siamo nel 1996, quindi non abbiamo ancora delicatezze come i ...