1. Mia madre e il vicino - Mickey 3pt. Epilogo


    Data: 31/07/2018, Categorie: pulp, Autore: Isaia, Fonte: EroticiRacconti

    ... forze dell’ordine per i suoi spietati crimini sessuali, aveva esplicitamente detto un nome e quel nome era proprio Mickey.
    
    La giornalista, nel tentativo di tranquillizzare gli allarmati ascoltatori, aveva poi annunciato che le forze di polizia erano ormai sulle sue tracce e che stavano seguendo una nuova pista che portava fuori città.
    
    Io tirai un sospiro di sollievo, lo stesso fece mia madre.
    
    In quel momento di tensione suonò il campanello, ero talmente assorto nei miei pensieri che me ne accorsi solo quando mio padre, ancora maledicendo quel manigoldo, si alzò diretto alla porta.
    
    Approfittando di quel momento di solitudine mi girai verso mia madre “lo prenderanno!” le sussurrai sfiorandole il braccio con dolcezza.
    
    “Non abbiamo nulla da temere” la rassicurai.
    
    Qualche minuto dopo, mio padre fu di ritorno assieme a due uomini.
    
    Non me ne intendevo molto ma, le divise che avevano indosso, davano loro l’aspetto di due idraulici o elettricisti, o qualcosa del genere.
    
    I due estranei si presentarono come due tecnici di una nota azienda della città a cui era stato affidato il compito, da parte del comune, di effettuare un controllo sulle caldaie e la relativa impiantistica di alcune case del quartiere.
    
    I due fecero vedere tutta una serie di moduli e scartoffie a mio padre che, annuendo, firmò.
    
    “I miei colleghi stanno finendo di scaricare il furgone… ah eccoli” disse l’uomo lanciando un’occhiata verso l’ingresso da cui fecero capolino altre tre ...
    ... figure.
    
    I tre uomini indossavano la stessa divisa e portavano tutti delle valigette da lavoro.
    
    Io, soffermai lo sguardo su uno di loro in particolare.
    
    Mia madre fece lo stesso.
    
    Mickey, con indosso la tuta aziendale e passo baldanzoso, si faceva incontro a mio padre con tanto di mano tesa e sorriso.
    
    Non avevo la più pallida idea di come avesse fatto a scoprire dove abitassimo.
    
    Fatto sta che lui era lì.
    
    Era lì e ci fissava con quel suo sguardo viscido.
    
    “Signore se per lei va bene noi iniziamo il controllo” fu Mickey a parlare stavolta.
    
    Mio padre fece presente che di lì a poco sarebbe dovuto tornare di corsa a lavoro ma Mickey, con la sua innata abilità nell’intortare le persone, lo convinse ad andare. “La sua presenza non è necessaria, è solo un controllo di routine… una sciocchezza” lo tranquillizzò.
    
    In quel frangente mi guardò sorridendomi, poi aggiunse “Intanto, la signora può accompagnare i miei colleghi per il sopralluogo”.
    
    Mickey stava ancora intrattenendo mio padre.
    
    Due dei “tecnici” stavano smanettando in cucina sotto il lavello e gli altri due (i più giovani del gruppo), accompagnati da mia madre, si stavano recando sul retro della casa.
    
    In tutto ciò io sudavo freddo.
    
    Non sapevo cosa fare.
    
    Dopo circa una decina di minuti decisi che dovevo darmi una svegliata, dovevo andare a controllare, così sgattaiolai sul retro con il cuore che mi batteva forte nel petto.
    
    Ciò che vidi, una volta giunto lì, confermò i miei timori.
    
    Uno dei due ...
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