1. Nei panni di mia madre - 7. finale.


    Data: 11/06/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... qualche problema?” Domandò il protettore della mamma con voce minacciosa.
    
    “Ma, no niente … Tranquillo” Intervenne lei.
    
    “Cazzate!” Proseguì. “Sono qui per Leo …! Pensa: avrebbe addirittura stuprato il figlio di Gerardo …”.
    
    La sua voce suonò beffarda. “Poverino … Romeo non si era accorto che Giulietta aveva il pisello … ti sembra verosimile?”
    
    “Ehi”. La interruppe Fabrizio in tono alterato. “Che vorresti dire troia?”
    
    “Che questa storia puoi darla a bere a tuo padre, bimbo, non certo a me!” Sbottò lei.
    
    “Ma perché non lo sentivi l’uccello quando gli stavi vicino … ?” Chiese Timoteo.
    
    “Appunto!”. Incalzò la mamma. “Secondo te è possibile …? Tira fuori i coglioni e racconta la verità, frocetto! Tu sapevi benissimo quello che stava accadendo e hai fatto finta di niente … ti piaceva!”
    
    La chiave girò nella toppa della porta.
    
    Il rosario mi cadde dalle mani e il cuore iniziò a battere forte dentro al petto.
    
    Mi gettai in terra e strisciai sotto al letto, attento a fare il minor rumore possibile.
    
    Rimasi immobile in posizione fetale e, trattenendo il respiro, con lo sguardo fisso sui grani fluorescenti, pregai iddio di non essere trovato.
    
    “Senti stronza”. Disse Gerardo mentre saliva sul camper.
    
    La luce illuminò l’abitacolo. Riuscivo a seguire i loro movimenti dentro allo specchio appoggiato contro la parete in fondo alla stanza.
    
    “Non capisco dove vuoi arrivare …” Proseguì. “Mio figlio non è un frocio, hai capito?”
    
    Poi si rivolse direttamente a ...
    ... Fabrizio: “Avanti, dillo a questa puttana quello che è successo”.
    
    Il ragazzo rimase in silenzio.
    
    Aveva le gote rosse e le labbra contratte in un ghigno isterico.
    
    “L’aveva capito davvero …” Pensai. “Ma allora … perché?”.
    
    “Ma non lo vedi che non sa neppure cosa risponderti?” Incalzò Manila.
    
    “Oh”. Urlò Gerardo avvicinandosi al figlio. Serrava le mani sulle sue spalle e lo strattonava con forza. “Parla, avanti!”
    
    “Te l’ho detto pà … non l’avevo capito …” Rispose lui con un filo di voce.
    
    Manila scoppiò in una risata sardonica.
    
    “Ma che cazzo ti ridi … ?” Sbottò l’uomo. “Adesso te lo fa vedere che non è frocio cagna …”. E fece per avvicinarsi a lei.
    
    “Ehi …”. Intervenne Timoteo scuro in volto.
    
    Si piantò dinanzi a lui con le braccia conserte e sentenziò con tono minaccioso: “La roba mia non si tocca così”.
    
    Gerardo fece per dire qualcosa ma poi, sospirando, cedette.
    
    “Va bene … va bene”. Rispose mentre si frugava nelle tasche dei calzoni e, tiratone fuori un grosso mazzo di banconote, glie lo porse.
    
    “Così che ne pensi? Si può?”
    
    “Si” Convenne lui sorridendo. “Così si può”.
    
    E, voltandosi verso la mamma, le indicò il letto con un cenno della testa.
    
    “Lavora!”. Le disse e si accomodò su una sedia per godersi lo spettacolo.
    
    Manila alzò gli occhi al cielo e si scrollò di dosso il giubbotto di piume.
    
    Si dispose sul bordo del letto e aprì le gambe, mostrando a Fabrizio il triangolo del perizoma sotto alla minigonna.
    
    “Allora maschione”. Disse ...
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