1. Ritorno al noccioleto - parte 10


    Data: 02/06/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    Mi sentivo a pezzi.
    
    “Devo andare via da questo posto”. Pensai. “Partirò domani stesso …”.
    
    Corsi a casa e cominciai a radunare freneticamente le mie cose, ma non riuscivo a smettere di piangere.
    
    Alfonso, il ragazzo di cui mi ero perdutamente innamorato, mio cugino, mi aveva usato.
    
    Non aveva mai avuto alcuna intenzione di stare con me.
    
    Per lui ero stato un capriccio, un’esperienza trasgressiva prima del matrimonio.
    
    Ed il prezzo della sua trasgressione era stato il mio cuore.
    
    Non sapevo come mi sarei ripreso.
    
    Pensavo solo che non lo avrei mai più rivisto, che non lo avrei mai più baciato, che non lo avrei mai più stretto tra le gambe.
    
    Mi mancava tutto di lui.
    
    La sua voce.
    
    Il peso del suo corpo.
    
    Il pelo ispido.
    
    Le spalle larghe.
    
    L’uccello violento che mi aveva fatto sentire desiderato.
    
    “Paolo … Paolo!” Dei colpi sordi risuonarono contro il portone di casa.
    
    Mi affrettai ad asciugare le lacrime. Avevo un nodo in gola.
    
    “Lo so che ci sei, ho visto l’auto qui fuori”. Riconobbi la sua voce.
    
    “Apri per favore”.
    
    Rimasi in silenzio, sperando che se ne andasse.
    
    “Devo dirti una cosa e me ne vado. Giuro.” Insistette lui.
    
    Emisi un sospiro profondo.
    
    “Sei venuto a pestarmi di nuovo?”. Chiesi mentre spalancavo l’uscio.
    
    Il suo viso era sfigurato dall’emozione. “Posso?”
    
    “Non credo che ci sia molto da dire”. Risposi algido mentre lo lasciavo entrare. “Domani riparto”.
    
    “Ah …”. Mi guardò deluso. “Beh, capisco …. Non sono qui ...
    ... per farti cambiare idea …”.
    
    Sembrava sinceramente imbarazzato.
    
    Mi guardò in silenzio per un tempo che non riuscii a calcolare e poi parlò con un filo di voce.
    
    “Sono un coglione. È tutta colpa mia, ho rovinato tutto”.
    
    Mi limitati ad assentire.
    
    “Ascolta”. Proseguì. “La verità è che mi sono sentito in trappola ... LEI era lì … TU eri lì …
    
    Non voglio giustificare quello che ho fatto … non ti sto chiedendo neppure di perdonarmi … io stesso non riuscirò MAI a perdonarmi … voglio solo che tu capisca quello che mi è passato per la testa. Tutto qua …”.
    
    Era sul punto di piangere.
    
    “La verità è che ho avuto paura, Paolo. Una paura fottuta…”.
    
    Non sapevo cosa rispondere.
    
    Mi diressi verso la cucina, aprii la porta dello sgabuzzino e cominciai a tirare giù le valige.
    
    Volevo mostrarmi inflessibile, ma le gambe mi stavano tremando.
    
    Lui mi seguì e mi venne così vicino che riuscii a sentire il calore del suo fiato. “L’ho lasciata Paolo. Le ho detto tutto. L’ho fatto per lei… l’ho fatto per me …ma soprattutto l’ho fatto per te … io non ci riesco a stare senza di te”.
    
    Cominciai a singhiozzare.
    
    Alfonso chiuse la porta dello sgabuzzino dietro di sé, accostò il suo corpo al mio, e mi baciò, schiacciandomi contro la parete.
    
    Ero confuso. Lo lasciai fare e mi abbandonai completamente a quel bacio che aveva il sapore delle mie lacrime.
    
    Lui mi sfilò i calzoni e la maglietta lasciandomi nudo.
    
    Le sue mani si posarono sopra al mio petto e strinsero con forza i ...
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