Slot machine. Marco, Dante e Elena
Data: 30/05/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Cuckold
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Autore: perego65, Fonte: RaccontiMilu
Dante:
Sono un coglione”. questo è l’unico pensiero che mi riempiva la testa e che non riuscivo a scacciare. Avevo tutto quello che si potesse desiderare. Una casa con giardino poco fuori il centro abitato che con Elena avevamo desiderato per anni, un buon lavoro, due figli splendidi arrivati solo un po’ troppo tardi e una moglie che nonostante le due gravidanze trovavo ancora estremamente eccitante. Potevo essere felice se non fosse stata per la dipendenza che mi stava rovinando la vita. Per anni ero entrato in quel bar ogni mattina per il solito caffè prima di andare in ufficio. E per anni avevo guardato quelle slot con indifferenza e distacco. Ricordo che quando la mattina le vedevo occupate da qualche impiegato o da qualche massaia che in modo compulsivo infilavano monete nella fessura provavo nei loro confronti un senso di fastidio e di superiorità. La frase che minveniva in mente era “i soliti sfigati”. La svolta arrivò quando Aldo, il vecchio barista con cui parlavo dell’inter, andó in pensione, e il proprietario prese al suo posto una bella trentenne dalla pelle chiara, biondina e dal sorriso aperto. Si poteva facilmente scambiare per una scandinava. Spesso quando mi fermavo per il mio caffè il bar era vuoto e così divenne normale iniziare a conversare con “la mia piccola svedese” e quel caffè divenne presto troppo corto. Con mia moglie tutto andava bene ma dopo tanti anni la passione aveva lasciato il posto alla routine e i piaceri ai doveri. Anche il sesso dopo ...
... la nascita dei bambini era sempre meno frequente e meno originale. Io avevo molte fantasie, una in particolare sul culo di Elena che trovavo sempre più eccitante nonostante negli anni fosse diventato un po’ più grande e un po’ meno sodo. Ma quello per lei era un argomento tabù così come negli anni tabù era diventato anche il sesso orale. Altra differenza rispetto ai primi anni che mi faceva impazzire dalla rabbia è che non veniva mai più a letto completamente nuda; anzi indossava pigiami che non si potevano certo definire sensuali. All’inizio ci scherzavo dicendo che si era messa il tutone antistupro ma poi anche quella battuta non mi divertì più. Insomma quei dieci minuti al bar con Elisa, questo il nome della barista dal volto nordico, mi facevana risentire giovane e vivo. Per allungare il tempo, senza rendere evidente che rimanevo solo per parlare con lei, il caffè fu sostituito da cappuccino e cornetto e quando anche questo tempo non mi fu più sufficiente, iniziai quasi per gioco a inserire dei gettoni nella slot.
Marco: Dopo la laurea alla bocconi, il phd in America e circa dieci anni di lavoro fra Londra e Tokyo decisi di tornare nella mia provincia per stare vicino ai miei genitori diventati ormai anziani. Per un po’ non feci niente e le giornate passavano pigramente fra palestra, libri, il tango, qualche femmina poco coinvolgente e la visita a casa dei miei. Poi, più per curiosità che per necessità, decisi di accettare un posto nella filiale della cassa di risparmio ...