1. Le quattro stagioni di Yuko


    Data: 27/05/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... incrociarono, restando a fissarsi per minuti che sembrarono interminabili.
    
    Poi l'animale dalla scura livrea si allontanò con passo stanco verso altri pascoli.
    
    Yuko fece spallucce, nascondendo un po' di delusione per non aver provocato la reazione che si aspettava dal re delle montagne, e riprese ad arrampicarsi sulle rocce.
    
    Si sentiva come un crocus che, spuntato dai prati dopo la resa dell'ultima neve primaverile, affronta spavaldamente gli ultimi freddi, primogenito fra tutti i fiori di montagna.
    
    I suoi piedi la sostenevano sugli affilati cristalli del granito e nonostante il seno che le ingombrava i movimenti, saliva con grazia e decisione, incurante del vuoto che progressivamente cresceva sotto di lei.
    
    Superò cenge, prati sospesi, arditi pulpiti che ospitavano abeti irreali.
    
    Affrontò ripide placche e strapiombi, diedri incommensurabili, crepe, fessure e camini, senza premurarsi di altro se non di scoprire più luoghi, sensazioni, emozioni ed esperienze che potesse.
    
    Ascoltava il canto degli uccelli e con la mente li accompagnava nei loro voli, sognando di potersi un giorno librare nel cielo con loro.
    
    Ammirava le farfalle e le libellule dai colori cangianti e ne imitava i movimenti quando riprendeva ad arrampicarsi con più energia sulle rocce.
    
    Si abbeverava ai corsi d'acqua che incontrava, si nutriva di frutti e di corolle di fiori e si addormentava su terrazzi esposti, sulla fresca erba umida, coprendo il suo corpo con i soli suoi capelli.
    
    Ma ...
    ... una mattina si svegliò trovandosi diversa.
    
    Invece di lavarsi rotolandosi nella rugiada e ripartire alla scoperta del nuovo mondo e di nuovi orizzonti, restò a contemplare il suo corpo.
    
    Ben poche attenzione aveva finora dedicato alla sua pelle, alle sue forme, alle sue gambe e alle sue braccia.
    
    Ben poche domande si era posta sull'utilità di quel petto ridicolo e un po' scomodo, di quei peli che, oltre ad abitare le sue ascelle, le coprivano quella sporgenza armonicamente tondeggiante proprio sotto il suo ombelico.
    
    A quelle perdite di sangue che ad ogni Luna nuova le imbrattavano il ventre lasciando su prati e rocce tracce del suo passaggio.
    
    Aveva infine dedicato solo una rassegnata e un po' infastidita sopportazione a quei dolori al ventre, a quel cerchio alla testa.
    
    Eppure quella mattina il suo corpo le parlava, in maniera diversa dal solito.
    
    Il suo seno rispondeva al tocco curioso delle sue dita, le areole si contraevano e al loro centro facevano capolino quelle punte così piccole, ma così sensibili.
    
    Le aveva accarezzate con le dita, quelle appendici che sembravano solo ora essersi risvegliate da un lunghissimo letargo, traendone una sensazione forte e irresistibile.
    
    Un insieme di percezioni piacevoli, fatte di piccoli brividi e formicolii che serpeggiando le si spostavano lungo il ventre e sotto la linea dei peli del pube, come a volerle indicare un sentiero misterioso e a lei sconosciuto che infine la portò a esplorare con le dita l'apertura che ...
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