1. LA VILLA – Episodio 3


    Data: 17/05/2023, Categorie: Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: AlphaMaster1964, Fonte: RaccontiMilu

    ... faccia che tu fossi una gran puttana, e ora so che avevo ragione.” Volevo morire. Semplicemente morire li, e meglio ancora che il mio corpo fisico svanisse nel nulla. Invece rimasi viva ed anche il mio corpo rimase li. Con la faccia rossa di vergogna, un plug nel culo e mammelle e fica bagnata esposti. Pietro si rivolse alla moglie. “Che ne dici tesoro, la prenotiamo al barone?” La moglie sorrise e annuì con il capo, ma continuando a guardarmi con sguardo malvagio. “resta qui davanti a me, mi disse”. Il medico si allontanò, e io rimasi li in piedi, in preda alla più cocente umiliazione mai provata in tutta la mia vita.
    
    Tornò dopo pochi minuti, sorridendo a Francesca. “E’ nostra per stasera, la possiamo usare ma ha detto di andarci piano, che è arrivata oggi”. Lei gli sorrise di rimando con una espressione di disappunto ma disse che in base al gel Durex che compravo probabilmente non mi avrebbero fatto niente che per me fosse nuovo, e che magari mi sarebbe anche piaciuto. Io ero sull’orlo delle lacrime.
    
    Mi portarono in un punto della stanza dove nel soffitto c’era un grosso anello, e prese da una cassa alcune corde e dei polsini di cuoio mi bloccarono le braccia in alto, tirandomi su fino a dover stare molto molto dritta solo per toccare terra con le piante dei piedi. Era davvero molto, molto umiliante. Purtroppo per me la cosa era ben lontana dall’essere finita. Presero un bastone con anelli in vari punti della lunghezza e delle cavigliere simili alle polsiere, e mi ...
    ... bloccarono le gambe larghe in una posizione oscena e scomoda. Per di più toccavo appena terra con la punta dei piedi. Ma il pensiero della mia fica tirata ed aperta in quel modo dalle cosce allargate mi faceva morire. E colare, e questo mi umiliava ancora di più.
    
    Francesca disse a Pietro “prendi qualcosa da infilarle nella vagina a questa troia…” e lui annuendo tirò fuori un marchingegno con un supporto quadrato di metallo nero che teneva in piedi un tubo sempre in metallo, regolabile a varie altezze, con in cima… ODDIO… un vibratore enorme a forma di cazzo! Cosa volevano fare?
    
    Non ci volle molto ad avere la risposta. Me lo piantarono in corpo regolato in modo che arrivasse fino in fondo. Piangevo e supplicavo di non farlo, anche se mentre me lo infilavano stavo già godendo, più per la cocente umiliazione che per la stimolazione dato che era ancora spento, ma queste suppliche a loro non andavano bene. Mi misero in bocca un bavaglio a forma di palla, con solo un forellino che la passava da parte a parte. Potevo solo mugolare. Accesero il vibratore, facendo di me la prima troia usata sessualmente della serata. Le lacrime si mescolavano con la saliva che colava dal bavaglio bagnandomi le mammelle. Capii che non c’era scampo, volevano che restassi così per tutta la sera. Probabilmente sarei morta. O di vergogna o di infarto, non so, ma sarei morta.
    
    Nel frattempo vedevo tra le lacrime arrivare gli ultimi ospiti, compreso uno con un grosso cane da caccia. Lo accolse il Barone ...