Mio suocero – 2° Il Dottor Paolo
Data: 16/05/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Cuckold
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu
... seconda»
«Poche tette! Ti darò degli ormoni per fartele crescere… ed anche la tua fica… la voglio più piena, bombata. Non ti preoccupare, conosco i farmaci veterinari adatti per farti diventare la vacca che ho in mente!
Adesso vado, che devo farmi un po’ di cazzi miei, ma verrò domani quando sarai uscita dal lavoro per farti cominciare la terapia ormonale»
Detto ciò, come un vento di tempesta, se ne andò senza dire una parola, lasciandomi nuda e frastornata, a riflettere su tutto ciò che era successo e che era stato detto.
Il giorno dopo, andando a lavorare, sentivo gli occhi di tutti addosso e vedessero chiaramente che, sotto la gonna, ero nuda.
Avevo indossato la gonna a tre bottoni, come ordinato, con solo il primo allacciato ed ero terrorizzata che si vedesse qualcosa. Raggiunsi la mia auto, parcheggiata lungo il marciapiedi in una strada vicina a casa (il posto migliore che fossi riuscita a trovare rientrando la sera prima) e realizzai che dovevo salire (e poi discendere!) in modo molto “composto”, per non dare spettacolo.
Lasciata, alla fine del tragitto, l’auto in un angolo del piazzale dell’azienda, scesi con moooolta cautela e poi mi avventurai nella sua traversata, verso la palazzina degli uffici, accanto al capannone del deposito merci. Alcuni mezzi facevano manovra e due autisti erano alla macchinetta del caffè, sotto la tettoia nell’angolo del piazzale a chiacchierare e fumare coi bicchierini in mano.
Sperai di essere ignorata da loro, ma ...
... con la coda dell’occhio li vidi girarsi verso di me e poi parlottare e ridere. Avranno visto qualcosa?? Entrai nell’ufficio e mi sedetti alla mia scrivania, quella sulla destra entrando; le altre due, occupate da Raffaella e Antonio, sono rispettivamente di fronte ed alla mia destra; come ultima arrivata, mi è toccato il posto senza la finestra dietro, anche se l’ufficio d’angolo è luminoso per le due altre grandi finestre. Quella mattina ero sola, perchè sapevo che Antonio aveva preso la settimana di ferie e Raffaella, invece, non stava bene. Comunque, non era un gran problema: in quella stanza ci occupavamo di questioni amministrative e solo raramente avevamo a che fare con i conducenti.
Le nostre scrivanie erano aperte, davanti ed io avevo il terrore che qualcun entrasse e si abbassasse e vedesse che ero senza mutande… Perciò avevo cominciato la giornata tenendo spasmodicamente serrate le ginocchia, fino a quando i muscoli delle cosce, dolenti, mi avvisarono che stavo davvero esagerando.
Verso le dieci, decisi che avevo voglia di un caffè e che potevo arrischiarmi nel corridoio, fino alla macchinetta là in fondo. Controllai di avere la chiave magnetica per pagarmi le consumazioni e poi, verificato che il corridoio era deserto, mi avventurai. Stavo aspettando che la macchinetta finisse di erogarmi il caffè, quando sentii avvicinarsi due persone dietro di me.
Ero terrorizzata e volevo far finta di non averli percepiti.
«Ciao Monica» «Ciao bellissima!»
girai la ...