1. Il residence al mare - quarta parte - l’amichetta della vicina


    Data: 12/05/2023, Categorie: Tradimenti Autore: Shoganai65, Fonte: Annunci69

    ... restò completamente nuda. Mi tuffai con le labbra sui suoi capezzoli, li ciucciai, li leccai, li feci diventare dritti e turgidi. Mi lasciò fare ma poi si mise in ginocchio e mi fece alzare in piedi.
    
    “Voglio il tuo cazzo” disse sottovoce e cominciò a sbottonarmi i jeans mentre con l’altra mano saggiava le dimensioni del mio pacco.
    
    “E’ da oggi pomeriggio che sogno di prendertelo in bocca” aggiunse mentre lo faceva scomparire tra le labbra carnose.
    
    Ero immobile. Con un lato del cervello pensavo alle bimbe che stavano dormendo nella camera al piano di sopra, sperando non si svegliassero per nulla al mondo; con l’altro mi stavo godendo uno dei pompini più inaspettati e straordinari di cui avevo memoria.
    
    Jenny si era accovacciata sul pavimento e da sotto mi leccava le palle, lo scroto, con una mano mi segava l’uccello, poi se lo ficcava in gola mentre con l’altra mi aveva infilato un dito nel culo. La guardavo e ammiravo la sua arte. Saliva con la lingua lungo l’asta fino alla cappella, ci girava attorno, la insalivava per bene e poi lo inghiottiva. Andava su e giù con la testa mentre con le mani si aiutava stringendolo alla base e dandogli sempre una mezza torsione risalendo. Non ci voleva molto per sborrarle in bocca ma mi trattenni.
    
    “Aspetta” la interruppi un attimo “Fai assaggiare anche a me”.
    
    Tirai giù i cuscini dal divano, la feci sdraiare supina ed iniziai un bel lavoro di lingua sulla sua figa calda. Mi piaceva averla sotto di me perché avevo il ...
    ... controllo del suo corpo. Era abbondante e morbida. Una cagna in calore che ad ogni leccata mugolava di piacere. Non potevo permettermi che urlasse per cui le misi tre dita nella bocca affinchè l’avesse impegnata a ciucciare e stesse zitta e tre dita nella figa per stimolarle ancora un po’ il clitoride.
    
    Quando sentii la mano impregnata dei suoi umori la sfilai, le puntai contro la cappella e le infilai l’uccello in tutta la sua lunghezza, tappandole la bocca. Cominciai a sbatterla sempre più forte. Le tette ballonzolavano avanti e indietro seguendo il ritmo delle mie spinte. Il cazzo entrava ed usciva dalla vagina mentre le palle sbattevano contro le sue chiappe. Le tenevo la bocca sigillata. Vedevo i suoi occhi che mi imploravano di non smettere, di spingere sempre più forte, sempre più dentro. Il suo corpo fremeva. Con le mani mi stringeva a sé tenendomi per i fianchi. Accelerai il ritmo e un attimo prima di venire sfilai il cazzo dalla figa e con una serie di getti generosi cominciai a sborrarle sulle tette, sui capezzoli, sul viso. Solo a quel punto tolsi la mano dalla sua bocca per darle modo di leccare e ingoiare il mio seme.
    
    “Con la lingua e col cazzo sei un mago” mi disse Jenny sorridendo dopo aver ripulito tutto per bene.
    
    “E tu una vera fata” le risposi.
    
    Ma proprio in quell’istante sentii una porta che si apriva al piano superiore.
    
    “Con chi parli papino?” era la voce della figlia più grande.
    
    “Dormi tesoro, sto parlando con la fatina che, se facciamo i bravi, ...