Lezioni canto e non solo
Data: 03/05/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Benvenute1, Fonte: Annunci69
... ho adibito alle prove e la aspetto.
Passa un quarto d’ora buono prima che la sua testa faccia capolino nella stanza, è nuda come le avevo chiesto, ma continua a coprirsi i punti critici; niente da fare è più forte di lei, ma non c’è fretta, deve stare così tutto il giorno, prima o poi finirà per rilassarsi.
Infatti, nel corso della mattinata dopo la prima ora in cui canta malissimo, perché tesa ed agitata, comincia a rilassarsi ed a muovere le braccia nei movimenti naturale del canto, lasciando scoperte le sue nudità.
Alla fine delle prove per la pausa pranzo, mi avvicino e la bacio, lei, molto più rilassata, risponde con slancio.
Per non rompere l’atmosfera disinvolta che si sta creando, non chiamo neanche la rosticceria, altrimenti dovremmo rivestirci, ma decido di cucinare una banalissima fettina di carne rimanendo nudi.
A differenza del solito, dopo pranzo non riprendiamo immediatamente le prove, ma le dico di andare a fare un riposino, così ci sdraiamo sul letto ed io mi perdo a guardarla negli occhi.
Lei mi sorride e mi attira a sé baciandomi.
Ci baciamo a lungo, poi scendo a baciarle i seni mordicchiandole i capezzoli, quindi con calma e circospezione, comincio a scendere ancora. Quando sto per arrivare vicino al monte di venere, ha un sussulto e mi ferma la testa.
“No, non voglio”.
“Perché non vuoi che ti baci?”
“Non voglio. Perché poi io devo baciarti il coso e non voglio”.
“Nessuno deve fare niente che non voglia, te l’ho già ...
... detto. – riprendo con la voce più rassicurante che mi riesce – Io lo faccio senza secondi fini, ma solo perché mi piace darti piacere e non certo per uno scambio. Lo farai, se vorrai farlo, quando ne avrai voglia e se ti andrà, io non te lo chiederò”.
Ciò detto scendo nuovamente verso il paradiso.
Con le labbra sfioro le sue grandi labbra e Giuliana viene scossa da un lungo fremito, quindi le accarezzo con lingua, fino a cercare il clitoride.
Lentamente faccio scorrere la lingua su e giù, facendola entrare appena dentro, in modo da esasperare il suo piacere.
Continuo senza alcuna fretta prolungando la sua attesa e stimolando il clitoride, che adesso è decisamente più pronunciato, pizzicandolo delicatamente con le labbra, quindi all’improvviso infilo la lingua e contemporaneamente due dita dentro: è bagnata da morire, ma non c’era da dubitarne, vedendo come si dimena e si contorce per il piacere.
Vado avanti fino a quando con un gemito che somiglia quasi ad un rantolo, esplode venendo.
Quindi mi alzo, avvicino l’uccello alla figa completamente bagnata e con grande facilità lo faccio scivolare dentro.
Lei ha gli occhi chiusi, si gode ogni momento di quel piacere, io, continuando a stantuffare, mi avvicino al suo viso e la bacio.
Lei inizialmente apre la bocca, poi subito dopo gira la faccia: “Ma no, hai tutti i miei umori sulla lingua, che schifo!”
“Piano, non può esserci schifo in una cosa così bella, lasciati andare e goditi tutto, anche i tuoi sapori ...