Umiliare il mare
Data: 27/04/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Sesso di Gruppo
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autoerotismo
Voyeur
Autore: nonoval, Fonte: RaccontiMilu
... un nuovo brivido e ridacchio. Con una mano, sfioro il destro, quello perforato dal piercing; lo prendo tra l’indice e il pollice e, con un certo piacere, inizio a tirarlo piano. L’altra mano avvolge il seno sinistro e lo stringe, facendomi sospirare. Se avessi un ragazzo, sarebbe la situazione perfetta per renderlo partecipe della situazione, una foto, un piccolo video… Purtroppo, o per fortuna, non ce l’ho. O meglio, qualcuno c’è, ma ho deciso da qualche settimana che in questo momento della mia vita, dopo averci avuto a che fare per dei mesi, dopo essere stata sfruttata solo per le sue esigenze carnali, è meglio non averci più niente a che fare. Che poi, per essere onesta, anche le mie esigenze carnali sono state soddisfatte; ahimè, solo quelle. Non c’era da parte sua nemmeno la voglia di frequentarsi al di là delle scopate, per non parlare dell’assenza totale di attenzioni e di affetto.
Sollevo lo sguardo, fuori dalla finestra aperta, incontrando, dentro la finestra dell’edificio di fronte, gli occhi di un uomo. Colto in flagrante, si è allontanato subito; nemmeno sono riuscita a distinguere il suo volto. Avrei potuto anche continuare questo spettacolino per lui, forse; ma corro a tirare le tende. Iniziavo ad eccitarmi, non posso negarlo. A volte, accarezzo il mio corpo, raggiungo il piacere, il desiderio; poi, me ne privo. Mi fermo. È come se rimandare l’orgasmo, continuare la giornata con il clitoride gonfio, che reclama attenzioni, mi regalasse una dose ...
... di sofferenza, diventando un piccolo piacere, che mi distrae durante la giornata, mentre cammino, durante le conversazioni. Mi asciugo e mi vesto, con un bel vestitino nero, fatto come di carta velina. Esco, alla ricerca di un posto al sole dove godermi la colazione.
Giungo nella piazza principale e mi siedo ad un tavolino di un bar, collocato nella parte ovest, dunque illuminato al mattino. Ordino alla cameriera un cappuccino e una brioche con della marmellata ai frutti di bosco. Dopo poco, il mio agognato primo pasto arriva. Mentre lo consumo, osservo le persone che mi circondano: pochi turisti, principalmente coppie e piccoli gruppi di amici, nessuna famiglia e qualcuno che evidentemente è del posto, rendono l’atmosfera tranquilla, l’aria che vibra solo di qualche mormorio. Chissà come sta Angelica. Sarebbe meglio vedere se riesco a comunicare con lei, giusto per sapere se sta bene e se ha la fica ancora tutta intera. Estraggo il cellulare e la chiamo. Spento o non raggiungibile. C’era da aspettarselo… Definitivamente, dovrò gestire la mia giornata in autonomia. Finisco la colazione, pago e decido di avviarmi verso il mare, senza tornare a prendere il salviettone. Tanto ci sono solo sassi, mi siederò da qualche parte, senza fare il bagno. Mentre sono in cammino per la via che dalla piazza porta alla spiaggia, sento dei passi affrettati alle mie spalle, quasi di leggera corsa. Non faccio in tempo a voltarmi, che il cameriere di ieri sera è già al mio fianco ...