1. Pompino con ingoio al vecchio pescatore


    Data: 25/07/2018, Categorie: Racconti Erotici, Tradimenti Autore: Raf90, Fonte: RaccontiMilu

    ... era proprio questa consapevolezza che mi spingeva a restare, a non chiedergli di riportarmi via, a farmi desiderare il suo cazzo, la sua sborra in bocca, volevo bere, ingoiare tanto sperma, volevo che mi soffocasse con il suo seme. Ero bagnatissima….
    
    Ci sedemmo, io su uno sgabellino e lui su un mucchio di cassette di legno e cominciammo a parlare del più e del meno. Mi disse che si chiamava “L”, lavorava come pescatore su una paranza della Versilia, 62 anni, separato con un figlio. Poi aggiunse che amava le donne e il buon sesso. Io a mia volta gli dissi che mi chiamavo “S”, che avevo 52 anni, gli ribadii di avere un compagno e che lavoravo come cameriera ai piani in un albergo. Mentre lo ascoltavo, eccitata dalla situazione e anche da lui, mi mordicchiavo il labbro inferiore, e questo gesto provocante fece cadere ogni residua barriera facendogli capire che ero una gran porca.
    
    E così disse che non mi aveva di certo portato lì per parlare, mi disse che voleva mettermelo in bocca e vedere come succhiavo il suo cazzo. Con aria ingenua e sottomessa accettai sorridendogli maliziosamente, anche perchè non aspettavo altro che divertirmi con il suo uccello. Si alzò, si tose la maglietta, si avvicinò e mi tolse il giubbetto, poi la maglietta ed il reggiseno. Mi disse di alzarmi e mi calò jeans e mutandina, lasciandomeli alle caviglie. Poi mi prese la faccia tra le sue mani e cominciò a leccarmi le labbra, a mordicchiarle cercando di entrare con la lingua nella mia bocca. ...
    ... Desideravo tanto allargare la bocca ed accogliere la sua lingua, baciarlo selvaggiamente, ma mi piaceva giocare a fare l’ingenua e così esitavo a farlo, fino a che mi ficcò prima una, poi due dita nella figa solleticandomela in maniera sublime. Mi fece notare che ero bagnatissima.
    
    Ormai schiava del piacere, eccitata dalla mia perversa voglia di tradire, di essere porca, con una gran voglia di cazzo in bocca, abbracciandolo al collo, presi a baciarlo pure io, con le lingue tirate fuori leccate e succhiate a vicenda, mentre lo sentivo ansimare, vibrare dal piacere; avvertivo nel suo alito, l’aroma di tabacco da pipa. Le sue mani mi toccavano dappertutto, la nuca, le tette, i fianchi, il culo, la figa, la schiena, tutto. Io ansimavo a occhi chiusi. Mi fermai e, facendo cadere la mia maschera di donna timida ed impacciata, gli confessai ansimando con un filo di voce, di non resistere più, di volere il suo cazzo tutto in bocca, e così, seminuda, mi misi in ginocchio davanti a lui, gli abbassai i pantaloni e gli slip, con il cazzo che scattò verso l’alto come una molla tanto era in tiro, glieli sfilai e li lanciai da parte, lasciandolo nudo, poi mi sfilai pure io pantaloni e brasiliana rimanendo a mia volta completamente nuda.
    
    Il cazzo di “L” era un vero invito alla lussuria. Lungo, grosso, pieno di venature e con una cappella gonfia, grande, incredibilmente eccitante e da ciucciare fino allo sfinimento. In piedi l’uno contro l’altra, senza pudore ne vergogna, pensavo solo al cazzo ...