Femdomcracy capitolo 3
Data: 22/04/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Strapps, Fonte: Annunci69
Dopo i primi mesi di adattamento al nuovo mondo della Femdomcracy dove eravamo schiavi di una padrona e legati a lei, le cose presero un certo ritmo quasi abitudinario, per quanto essere a servizio di Madame potesse essere abitudinario. Coloro fra gli schiavi che lavoravano continuarono a farlo, così io e altre 2 uscivamo la mattina e rientravamo nel pomeriggio, almeno per un po', fino a quando Madame Chuammy non impose a me di passare al part-time, a un altro di licenziarsi e al terzo a cedere parte della sua attività per poter essere a casa 4 giorni alle settimana. Madame gestiva tutte le nostre entrate, all'inizio aveva assegnato ruoli e compiti, ma poi lei ci spronò a metterci d'accordo fra di noi: “Una famiglia sa come gestire i soldi, i vostri sono miei, ma voglio che siate voi a occuparvi della casa, da breve massaie dovete usare i soldi con parsimonia, ma non deve mancare nulla! Su andate e mettetevi d'accordo fra voi, come bravi maritini che pensano alle faccende di casa”.
Così ci organizzammo, Verde(la padrona ci chiamava sempre per colore oppure per numero, mai per nome)era molto abile coi conti e sapeva gestire una casa comunque grande e piena di gente. In realtà scoprimmo presto che le entrate della casa, cioè di Madame erano una cifra enorme, ma soprattutto che ciò che versava Lord da solo sarebbe bastato per tre famiglie normali. Verde pensava ai conti, l'avvocato di Lord li ricontrollava e Madame era tranquilla, anche se nessuno di noi avrebbe mai ...
... sottratto un euro dalla cassa di famiglia. Mademe era diventata ricchissima con tutti quegli stipendi o pensioni, comprò gioielli, auto, borse, vestiti, stivali, gonne e tanti nuovi strap-on, fruste, pinze, cappi, croci per legare gli schiavi, sextoys, divaricatori, centinaia di tubetti di gel, plug, falli di lattice a forma di cazzo di cavallo e della stessa lunghezza, adoperava quei giochi con noi sapendo ben gestire il menage fra una regina e tanti servi. Quando eravamo tutti al suo cospetto per la cena: pantaloni di pelle aperti dietro che lasciavano libero il culo, un grembiule bianco, il collare del nostro colore e nudi poi, servivamo la padrona fino a quando non era sazia, ognuno con un suo compito: chi il vino, chi le posate, chi i piatti, chi l'acqua, lei beveva due dita di whisky e poi ci metteva in riga di fronte a lei.
“Vediamo chi è il fortuna di voi stasera...umh..il mio harem...oh..stasera voglio..voglio..” e ci lasciava lì a fremere di desiderio che dicesse il nostro numero o il nostro colore per essere, quella sera almeno, soli con lei.
“Numero 4! - era il mio! Ringraziai la sorte e vidi lo sconforto sulle facce degli altri – ...gli altri possono andare a letto. Buonanotte, maritini”.
mi alzai e accompagnai la padrona nelle sue stanze.
Certe volte la padrona voleva solo vedere la tv, bere e poi dormire, ma altre volte voleva che le leccassi la fica, le baciassi il culo e poi passassi lunghi minuti a baciare e adorare il suo buchetto di culo nero nel messo ...