1. Ritorno al noccioleto - parte 11 - finale.


    Data: 14/04/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... tra i coglioni e il buco del culo.
    
    Mi misi due dita dietro e, con gli occhi chiusi, evocai alla memoria il grosso pacco che zio Gaetano mi aveva fatto tastare poco prima.
    
    “L’ha capito che sei MA -LA -TO e che, quando stavi con lui, pensavi pure al MIO uccello?”. Le sue parole continuavano a rimbombare dentro la mia testa.
    
    Mi stavo arrapando da morire, avevo il culo completamente bagnato.
    
    Sentii la chiave girare dentro la toppa.
    
    Alfonso stava finalmente arrivando.
    
    L’idea che, di lì a poco, il corpo di mio cugino si sarebbe dimenato dentro di me mentre io pensavo al pacco di suo padre mi faceva impazzire.
    
    Mi mancò il respiro.
    
    Il porco spingeva con forza il cuscino sopra al mio volto, immobilizzandomi.
    
    Balzò su di me, sistemò tutta l’ampiezza del suo bacino in mezzo alle mie cosce e avvicinò il cazzo gigantesco al buco, violandolo senza alcuna delicatezza
    
    “Non sei mai stato così duro ... Mmmh”.
    
    Lui era fuori di sé. Cominciò subito a chiavarmi.
    
    Ogni volta che il suo membro affondava nella mia carne temevo che il letto avrebbe ceduto.
    
    La testa della struttura sbatteva rumorosamente contro la parete.
    
    Fui costretto ad allargare le braccia e ad aggrapparmi con forza alle lenzuola, per evitare che la nuca finisse contro la spalliera.
    
    “Fammi respirare, ti lascio fare quello che vuoi … Aaaah …” Provai a dire da sotto al cuscino e aprii le gambe più che potei, per godermi la violenza di quella monta.
    
    Alfonso, per tutta risposta, mi premette ...
    ... con più forza il cuscino sul volto.
    
    Le pareti del culo stavano per lacerarsi. Quella verga era esageratamente grossa ed esageratamente dura.
    
    Gemevo come una troia. “Ah … Ah … rompimi, ti prego rompimi. Dammelo tutto. Fammi sanguinare la fica”
    
    Lui piegò le ginocchia, avvicinò il bacino al mio culo e, sistemandomi le cosce intorno al busto, posò completamente il suo addome sopra al mio, continuando a pompare come un dannato.
    
    La sua nuca premeva sul mio viso, dall’altra parte del cuscino, e le sue mani mi stringevano con forza i polsi sopra la testa.
    
    Un forte odore di alcool mi colpì le narici.
    
    “Non può essere …” Cercai invano di liberare le mani. La morsa di quel demonio si fece ancora più serrata e gli affondi più veloci e potenti.
    
    “Sta succedendo davvero”. Pensai, mentre sollevavo le natiche per accogliere anche i coglioni del toro.
    
    “Mi fai sentire una puttana …” Mugolai.
    
    Stavo scoppiando, avevo il cazzo di ferro serrato tra il mio ventre ed il suo.
    
    Credevo che sarei venuto di lì a poco, senza neppure toccarmi.
    
    “Paolo … Paolo ...”. Urlò Alfonso. “Paolo, sono rimasto chiuso qui dentro”. La sua mano colpì con forza la porta del bagno.
    
    Ebbi la conferma che l’animale che si muoveva sopra di me era zio Gaetano. “MMMMH …”
    
    “Stai zitta cagna”. Disse lui liberandomi il viso. Mi guardava divertito.
    
    Riusciva a leggermi in faccia la voglia che avevo di essere spaccato.
    
    Con uno scatto il porco mi afferrò le caviglie, se le mise sulle spalle e, ...