1. Biancaneve ai sette nani - 1


    Data: 03/04/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... posso fare per voi, Altezza?”, chiese rispettosamente quello, dopo aver deposto il forcone con cui stava raccogliendo il fieno per le mangiatoie.
    
    “Tu mi sei fedele?”
    
    “Come potete dubitarne?”, rispose Carlotto e stava per aggiungere ‘con tutto quello che abbiamo combinato assieme’, ma si fermò in tempo e rimase in attesa.
    
    “Il mio fratellastro…”, cominciò Valfrido.
    
    “Il principe Martino?”
    
    “Sì”
    
    “Volete che gli diamo un’altra lezione?”, fece il mozzo, ma senza entusiasmo stavolta.
    
    “Una lezione definitiva.”, disse Valfrido con una luce crudele negli occhi.
    
    “Che volete dire?”
    
    “Devi occuparti di lui.”
    
    “Cosa intendete?”
    
    “Devi ucciderlo!”
    
    “Ucciderlo? - esclamò Carlotto, sbarrando gli occhi, mentre un sudore freddo gli si spargeva
    
    sulla pelle – Ma… Altezza…”
    
    “Martino deve scomparire. Fallo! E mi ricorderò sempre della tua fedeltà.”, e detto questo, girò sui tacchi e sparì.
    
    Carlotto rimase senza fiato. Un conto era abusare di Martino, un altro era ucciderlo! Un tremito incontrollabile lo prese, non poteva farlo… non poteva uccidere un uomo, un principe… l’erede al trono! Valfrido non poteva chiedergli questo. Ma non glielo stava chiedendo… glielo stava ordinando! Uccidere Martino… No, non poteva farlo… non poteva uccidere il ragazzo che… e in quel momento Carlotto si rese conto del sentimento che aveva maturato pur fra tante angherie… si rese conto di provare compassione per quel povero principe oltraggiato, si rese conto di ...
    ... vergognarsi
    
    per quello che aveva contribuito a fargli. Il rimorso gli serrò il petto, gli tolse quasi il respiro. Dovette faticare per recuperare la calma. Allora si mosse per raggiungere Valfrido e rispondergli con un secco NO!, incurante di cosa sarebbe potuto succedergli.
    
    Ma dopo due passi si bloccò: se lui avesse rifiutato, quello si sarebbe rivolto ad un altro. E un altro, un sicario prezzolato, non avrebbe avuto tanti riguardi. No, doveva avvertire Martino, doveva salvarlo: era questa la sua espiazione.
    
    Sgattaiolò negli appartamenti reali, riuscì a raggiungere le stanze di Martino, senza essere scorto da nessuna delle guardie, e lo trovò accosto a una finestra, che guardava fuori.
    
    Carlotto aspettò in silenzio sulla soglia, in attesa che l’altro si accorgesse di lui, ma Martino era troppo preso dai suoi pensieri. Allora:
    
    “Vostra Altezza…”, disse a voce bassa.
    
    Martino si voltò e appena lo riconobbe fece un passo indietro, addossandosi ancor più alla finestra.
    
    “Tu? - fece, sbiancando in volto - cosa volete adesso tu e il tuo padrone?”
    
    “Vostra Altezza, - balbettò Carlotto – siete in pericolo…”
    
    “Sono in pericolo? E vieni a dirmelo proprio tu?”
    
    C’era tanta amarezza in quelle parole, che Carlotto non resse, cadde in ginocchio e con voce accorata, gli occhi lucidi:
    
    “Riconosco di avervi fatto del male, Altezza, tanto male e vi chiedo perdono, - disse, protendendo verso di lui le mani giunte – ma siete in pericolo, sono qui per avvertirvi, dovete fuggire, dovete ...
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