La porta sul retro. 1a parte
Data: 02/04/2023,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Marla23, Fonte: Annunci69
“Valentina … cara … sono tornato”. Nessuna risposta raggiunse la porta d’ingresso, le chiavi ancora inserite nella toppa. Alberto gettò lo sguardo verso il corridoio mentre sistemava la borsa di morbida pelle color marocchino sulla sedia dello studio. “Valeee ci sei?”. Silenzio. “Strano”, pensò togliendosi il cappotto e la giacca come se fossero dei macigni, “mmm… a quest’ora dovresti essere già a casa. Dove diavolo sei!”. Allentò con sollievo la cravatta e raggiunse trafelato la cucina. Mise una capsula nella macchinetta del caffè. Un espresso appena arrivato era l’unica prova tangibile che la giornata di lavoro era terminata. Più o meno, disse tra sé. Avrebbe comunque dato un’occhiata alla posta elettronica dell’ufficio prima di dedicarsi alla cena in compagnia della moglie. Mentre sorseggiava il caffè, ristretto e rigorosamente amaro, si guardò in giro cercando tracce significative della consorte. Senza esito in effetti. Il laptop di Valentina era chiuso e riposava beatamente sulla scrivania dello studio, la sua borsa non era appollaiata come al solito sulla credenza della camera da letto. Lei era in giro da qualche parte, ormai non c’erano dubbi.
Prese il telefono con un gesto automatico e la chiamò. Tanti squilli e nessuna risposta. “Dove cazzo sei Vale…” disse a mezza voce. “a quest’ora dovresti aver finito l’ora di yoga … ma la palestra è vicina … che ci fai in ancora in giro?”, si chiese con lo sguardo serio mentre toccava il simbolo rosso della cornetta per ...
... interrompere la chiamata.
Erano le diciannove di sera e sua moglie non era a casa come immaginava. Niente di sconvolgente in effetti. Poteva essersi fermata a chiacchierare con l'amica Laura all’uscita della palestra. Forse erano entrate in un negozio di scarpe per uno shopping compulsivo di fine serata. Poi la solita chiamata della madre, che l'avrebbe tenuta incollata un'ora tra pettegolezzi e ricette di dolci. Insomma le ipotesi erano diverse e tutte plausibili. Alberto faceva parte però di quella schiera di maschi dominanti, ipercontrollati e paranoici, maggiormente predisposti ad immaginarla rapita da un gruppo terroristico di matrice iyemenita, piuttosto che alle prese con un banale contrattempo.
Telefonò di nuovo. Lasciò squillare il telefono così a lungo da attivare la segreteria. “Ciao Valentina… che ti è successo? Io sono a casa.. chiamami”. L’idea di poter comunicare con la moglie, sia pure indirettamente e per interposta tecnologia lo sollevò un pò di morale. Chiusa la telefonata giocherellò con il registro delle chiamate. Poco prima aveva sentito Marta, la moglie del capo. Era un po’ che non si vedevano e lei lo pressava per organizzare il solito incontro nella spa di via Milano. Marta era provocante e spregiudicata. Fin dalla prima presentazione, durante la festa aziendale che si era tenuta un anno prima nella grande villa del presidente, aveva individuato in Alberto il fascino del giovane stallone avido di successo.
Forme procaci, trucco pesante, non era ...