Marilena
Data: 27/03/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Marilena C., Fonte: EroticiRacconti
So che le mie cosce attraggono ed eccitano. Da quando sono sposata uso molto meno gonne e vestiti che pur nella loro normalità appena sopra il ginocchio, quando da seduta una donna accavalla le gambe non può impedire a chi guarda di sognare sbirciando la polposità di gambe femminili fasciate solo da collant o autoreggenti o calze tenute su dai gancetti di una giarrettiera.
Mi chiamo Marilena, mamma di due splendide bimbe piccole, una nata da poco, e con mio marito portiamo avanti il B&b in un paese di circa 2.000 abitanti nella provincia del Sud Sardegna, il Sarcidano, a circa 70 chilometri a nord dal capoluogo regionale e a 65 km dal suo aeroporto.
Alta circa 1,70 con dei capelli neri che mi coprono le spalle e occhi chiari che in alcune occasioni si aiutano con degli occhiali da vista. 44 anni credo un corpo proporzionato, senza eccessi, ma nelle zone salienti la femminilità non manca: seno una terza un po' abbondante, cosce lunghe e proporzionalmente carnose, culo non più da ventenne, ma tutto sommato ben portato.
In certe occasioni, anche se come ripeto utilizzo molto i pantaloni per comodità ma anche perché voglio essere solo di mio marito e riservare a lui me stessa e il mio corpo, l'indumento tipico femminile, la gonna oppure un vestitino elegante sono quasi d'obbligo e in questi casi preferisco quegli indumenti che coprono fino appena sopra il ginocchio.
Lo so, quando accavallo le gambe mi si vedono le cosce, ma le cerimonie o questo tipo di impegni ...
... durano solo poche ore.
È stato ad un matrimonio che un “signore” che conoscevo a malapena, seduto a fianco a me in dei tavoli tondi apparecchiati per otto/nove persone ciascuno, mi ha rinfrescato la memoria su come un paio di cosce femminili possano fare da calamita per la mano di un uomo.
Dopo la cerimonia tra il raggiungere l'auto e la pipì della bambina, allora la seconda non era ancora nata, ci siamo ritrovati ultimi nella carovana delle auto in fila verso il ristorante.
Arrivati nel locale abbiamo trovato posto in un tavolo di amici ma non con mio marito a fianco, anzi, seduto quasi di fronte a me. Devo dire la verità: il nostro commensale, il tizio che mi stava a fianco si è offerto di cedere il posto a mio marito, ma sia io che lui abbiamo detto che assolutamente andava bene così. La bambina era in un tavolo a parte con i figli di altre coppie riservato ai bimbi appunto.
Antipasti vari, terra e mare, acqua e vini rosso e bianco. C'era chi si preoccupava che i bicchieri non rimanessero mai vuoti. La stessa persona che avevo a fianco si prodigava per non lasciami senza, oltre ad altri.
Così, arrivati ai primi, sentivo già la testa un po' pesante e vedevo mio marito di fronte chiacchierare con i vicini di posto mentre era intento a gustarsi cibo e bevande. Noi in famiglia. Un goccio di vino a pranzo e a cena lo gustiamo di certo, ma tutto nelle piccole quantità. In quell'occasione, invece, come normalmente succede, ci si lascia un po' andare. Non ero certo ...