1. Fermata d'autobus


    Data: 20/03/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: Aramis, Fonte: EroticiRacconti

    Fermata d’autobus
    
    Ogni giorno passavo davanti alla fermata dell'autobus mentre andavo al lavoro. Vedevo sempre vecchiette che aspettavano ma un giorno, mentre stavo aspettando che il semaforo diventasse verde, lo vidi.
    
    Alto, con capelli irsuti color fieno, occhi blu e una corporatura snella e atletica. Indossava una giacca di jeans sopra una maglietta, jeans e scarpe da ginnastica consumate.
    
    Anche da dove stavo, potevo capire che non mangiava da un po’.
    
    Quando il semaforo mi diede via libera, girai l’angolo e parcheggiai vicino al marciapiede. Mentre andavo verso la fermata pensavo a cosa avrei potuto dire. Quando mi vide, i suoi bellissimi occhi azzurri mi guardarono stancamente.
    
    “Cosa vuoi?”
    
    Chiese.
    
    Io sorrisi.
    
    “Volevo solo vedere se stavi bene.”
    
    Sembrava arrabbiato.
    
    “Chi diavolo sei, un missionario?”
    
    Ridacchiai, quel ragazzo aveva grinta.
    
    “No, solo qualcuno che è preoccupato.”
    
    Lui sbuffò.
    
    “Guardi signore, mi lasci in pace.”
    
    Guardò il mio inguine e poi di nuovo me.
    
    “A meno che tu non stia cercando qualcos'altro, allora possiamo parlarne.”
    
    Rimasi scioccato e leggermente eccitato.
    
    “No, non è per quello.”
    
    Si voltò.
    
    Io tirai fuori un biglietto da visita e vi scrissi il mio numero di cellulare sul retro.
    
    “Se hai bisogno di qualcosa, chiamami.”
    
    Guardò di nuovo verso di me e potevo dire, dall’espressione scioccata sul suo bellissimo viso angelico, che era commosso.
    
    “Grazie.”
    
    Disse prendendo il ...
    ... biglietto.
    
    Con riluttanza me ne andai.
    
    “Dio, per favore fa che mi chiami!”
    
    Pregai chiunque stesse ascoltando
    
    Nei giorni successivi aspettai nervosamente che chiamasse. Un giorno, mentre meno me lo aspettavo, lo fece.
    
    “Ciao, sono il ragazzo che hai incontrato alla fermata dell'autobus.”
    
    Mi sembrava nervoso.
    
    “Come va?”
    
    Rimase in silenzio per alcuni istanti.
    
    “Hai detto che se avessi avuto bisogno di qualcosa…”
    
    “Sì, cosa posso fare?”
    
    Di nuovo tacque.
    
    Sentivo il rumore del traffico in sottofondo.
    
    “Dove sei?”
    
    Ridacchiò.
    
    “Dove pensi che sia?”
    
    Gli dissi che sarei arrivato in pochi minuti. Quando parcheggiai vicino al marciapiede ed andai alla fermata dell'autobus rimasi senza fiato per quello che vidi. Aveva un occhio nero e un labbro spaccato.
    
    “Chi è stato!”
    
    Lui alzò le spalle.
    
    “Un cliente.”
    
    Mi sedetti accanto a lui che sussultò.
    
    “Ehi, non ti farò del male!”
    
    Si avvicinò un po’ di più.
    
    “Mi picchiava quando non facevo quello che voleva.”
    
    Annuii.
    
    “Cosa voleva che facessi?”
    
    Sorrise timidamente.
    
    “Voleva che gli leccassi il culo!”
    
    Feci una smorfia.
    
    “Schifoso!”
    
    Sorrise.
    
    “Infatti, vero?”
    
    Gli misi una mano sulla spalla e questa volta non si tirò indietro.
    
    “Vieni con me.”
    
    Lo feci salire in macchina.
    
    Aveva di nuovo quello sguardo stanco sul viso.
    
    “Dove andiamo?”
    
    “Ti porto a casa mia per permetterti di pulirti e mangiare qualcosa.”
    
    Lui si bloccò.
    
    “Non posso accettare.”
    
    Sorrisi.
    
    “Beh, lo ...
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