Lilly, la figlia del vicino - Racconti Erotici

Lilly, la figlia del vicino

... nel costume non altrimenti giustificabile.

Ovviamente ci eravamo fatti prendere da una situazione che normalmente non dovrebbe mai manifestarsi, un Taboo. Con una qualche battuta, che non ricordo nemmeno, rompemmo l’incantesimo e ci dedicammo allo smontaggio dell’accampamento.

Quell’immagine delle nostre “bimbe” oramai cresciute, di lì a poco sarebbero state pure “libere” cioè maggiorenni, ci dava la misura dello scorrere del tempo e della vita.

Ma come già detto per noi, e interpreto anche il sentimento di Nicola, rimanevano pur sempre le nostre “bimbe”.

La giornata passò allegramente e fini in gelateria prima di rientrare con le nostre rombanti motociclette cromate.

In gelateria ebbi modo di notare gli sguardi che i ragazzi coetanei lanciavano alle nostre figlie e le risatine di complicità tra le due.

Effettivamente erano entrambe belle ragazze.

Due bellezze molto diverse certamente ma due “bocconcini” molto appetibili.

Mia figlia era più bassa di una decina di centimetri ed ancora un po’ “spigolosa” mentre Lilly aveva una corporatura più rotonda, più burrosa forse si dice.

Tornammo a casa e la cosa finì lì.

O perlomeno pensavo che finisse.

La notte stessa nel dormiveglia immaginai quei due corpi giovani. Le immaginai mentre si baciavano.

Non ero certo un prete, le mie porcate le avevo fatte, in lungo ed in largo.

Di porno di tutti i tipi ne avevo consumati a migliaia in gioventù e mi ricordo le quintalate di seghe fatte sulle ...

... immagini, foto o video che fossero, delle lesbiche.

Leccate di fica, sgrillettate. Mi immaginavo spettatore unico di quelle scene, il finale della sega aveva uno svolgimento sempre uguale, le due, dopo essersi leccate abbondantemente si buttavano sul mio cazzo e mi svuotavano con un pompinone a due bocche.

Questa fantasia era stata per molti anni in cima alla classifica delle porcate da fare un giorno.

Purtroppo era rimasta una fantasia.

Una volta provai ad accennarlo a mia moglie, non mi parlò per dei giorni. Capii la situazione e non le chiesi più nulla.

Quella sera, mentre mia moglie ronfava beatamente, mi lasciai andare alla fantasia.

Non mi fregava nulla, in quel frangente del concetto di Incesto.

Mi ritrovavo in mano un cazzo di marmo, la pressione era tale da travolgere ogni remora, ogni sentimento.

Immaginai le due in un duetto lesbico. Le avevo viste in costume la mattina e ricordavo bene le loro forme.

A fantasia ero messo abbastanza bene.

Le due volteggiavano con lingue aguzze ora qua ora là.

Una mordicchiava un capezzolo l’altra infilava la lingua tra le natiche. Continui 69, baci coinvolgenti, strusciamenti delle vulve, dita dentro, dita dietro e davanti.

Non risparmiai nessuna acrobazia alle due diavolette.

I loro movimenti andavano a ritmo con il movimento alternato della mia mano.

Stava per arrivare il momento topico.

Devo dire che l’erezione che accompagnava quella fantasia era la più consistente che provavo da parecchio ...