1. Il percorso della lingua


    Data: 10/03/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti

    ... capire che la stava pensando senza essere troppo invadente, senza chiederle nulla ma semplicemente comunicandole il suo pensiero per lei. Quasi ripensandoci, prima che lei potesse rispondere ponendo termine allo scambio, la ringraziò per la bella serata e per le emozioni provate nell’avere apprezzato i suoi pensieri e la sua bellezza).
    
    Le dita ora strizzavano sempre più forte i capezzoli. Lei evidentemente stava soffrendo e si contorceva tra le corde, cercando una vana fuga da un posto dal quale non avrebbe voluto allontanarsi, sapendo che le corde erano lo strumento per lasciarla libera di godere della sua sessualità, assieme a colui che, ora, le stava passando i denti sul ventre, chiudendo la bocca per farle sentire il tentativo di morderla e che, a tratti, portava a termine, facendole dimenticare il dolore ai capezzoli. Anzi, in realtà non stava capendo se si fosse fermato dallo strizzarli per accarezzarli oppure se fosse lei a fare confusione tra dolore e piacere.
    
    (Nei tre giorni successivi la chiamò per ascoltarla e parlarle, accarezzandole l’anima coi suoi pensieri e facendosi accarezzare da quelli di lei. Lasciò passare qualche giorno prima di chiederle di uscire ancora, perchè voleva che i pensieri scambiati le entrassero attraverso pelle fino all’anima, per essere tradotti nel cervello in modo che ritornassero in quel luogo indefinito emendati dalle parole inutili al calore).
    
    Quando arrivò a leccarle i capezzoli le mani artigliavano con desiderio le ...
    ... natiche, quasi a farle proprie, a farle capire quanto la volesse al punto da stringere quel culo che tanto lo faceva impazzire. Non erano mani che accarezzavano ma che possedevano, che trasmettevano il desiderio carnale di lei e che anticipavano il contatto del suo cazzo, ancora lontano dalla figa sempre più bagnata. La lingua sui capezzoli venne sostituita dai denti che stringevano procurando quel leggero dolore tale da farle sentire il possesso unito alle mani sul culo e alle dita che toccavano il plug al solo scopo di ricordarle che c’era e che gliel’aveva infilato lui, con un atto di dominio, mentre era ai suoi piedi, sottomessa, offerta, schiava.
    
    (Quando uscirono, la volta successiva, non andarono subito al ristorante, preferendo assaporare l’intimità della passeggiata in mezzo alla gente oppure al bar, al tavolino in piazza, anticipando il silenzio della sala da pasto guardandole le gambe che lei aveva messo in vista, tacito segnale di desiderio e di richiamo unitamente alla scollatura sui seni).
    
    Il momento in cui le strappò di bocca le mutandine piene della sua saliva, era già tale da vedere il desiderio vicino all’insopportabilità dell’ulteriore attesa, al pari dei cavalli poco prima della partenza di un palio, quando il desiderio di percorrere il tratto sino all’arrivo è tale da essere l’unica pulsione a guidare tutto il corpo e le sue esigenze, solo istinto, istinto puro. Istante che coincise con la penetrazione del cazzo fino in fondo alla figa, quasi a voler ...