Il percorso della lingua
Data: 10/03/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti
Il sole filtrava dalle imposte proiettando una lama di luce sul letto, unica fonte di illuminazione. L’intimità creata dalla penombra era disturbata dai rumori che, benché attutiti, provenivano dalla piazza sottostante e invadevano il silenzio che regnava nel locale.
Il caldo nella stanza era mitigato dal ventilatore sul soffitto, il cui rumore leggero e costante contrastava il caos disordinato delle voci provenienti dall’esterno.
La goccia di sudore tra i seni della donna, stesa sul letto, non era però determinata dalla calura.
Seduto in poltrona, l’uomo sorseggiava il caffè bollente, mentre osservava quella goccia di sudore che il respiro affannato della donna stava facendo scivolare verso l’ombelico. Iniziò muovendosi piano e, superato il termine dello sterno, accelerò la sua corsa verso il buco naturale al centro del ventre.
La donna, bendata, non poteva vedere il sorriso eccitato di colui che la osservava. La goccia di sudore le aveva causato un brivido al quale non poté dare sollievo in alcun modo. Si trovava nel centro del grande letto oversize ed il suo bel corpo formava una X con i polsi e le caviglie legate.
Le gambe erano aperte al massimo con quel leggero e costante dolore che le ricordava in ogni momento la sua posizione ed esposizione, lasciandola inerme, impotente al desiderio altrui.
L’uomo le stava osservando la figa completamente depilata eccitandosi alla vista di quel sesso completamente esposto. Gli piaceva l’attenzione messa nella ...
... depilazione perchè la bellezza non è cosa casuale, ma è il frutto della cura della persona e dei dettagli.
Lei sapeva che la stava guardando e le piaceva essere ammirata.
Lui la guardava spesso, eccitato dalla sua bellezza. Lo faceva anche in strada, al bar, al ristorante, quando la costringeva ad indossare abiti corti che la esponessero alla vista di giovani e vecchi, uomini e donne. A maggior ragione quando, nuda, era a sua disposizione, come in quel momento.
La donna lo sentiva muoversi e mettersi comodo in poltrona.
L’attesa le creava molta ansia e lui, stronzo, su questa giocava. La faceva attendere per un tempo che lei non riusciva a calcolare, proiettata nella nuova dimensione che la faceva sentire in mezzo alla piazza dalla quale salivano le voci di quelle persone che non avrebbero sentito la sua, smorzata dalle mutandine che aveva in bocca.
Da quanto tempo stava bevendo quel cazzo di caffé? Quanto dura quel cazzo di caffè?
Il formicolio alla bocca dello stomaco le faceva sperare che durasse all’infinito ma, contemporaneamente, che finisse subito.
Le venne irrazionalmente in mente quando, da ragazza, andava all’Eurodisney e si eccitava sulle montagne russe, con l’ansia che creava la prima salita, tremendamente lenta, dalla quale, raggiunto il colmo, sarebbe poi partita la corsa.
La benda le allungava, o accorciava, il tempo. Non capiva più.
Quanto era passato? 5, 10, 20 minuti, mezz’ora, un giorno, due?
La cecità acuisce gli altri sensi. Il ...