Io e Andrea (capitolo uno)
Data: 08/03/2023,
Categorie:
Trans
Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti
Io e Andrea Capitolo uno
I fine settimana al mare erano diventati un rito e la destinazione oramai scontata. Arrivavo alla località balneare molto nota per poi spostarmi per poco più di dieci chilometri verso una spiaggetta lunga circa cinquecento metri, abbracciata da una folta pineta, meta di bagnanti amanti come me del naturismo. Da quando ero bambino frequentavo gli stabilimenti balneari del centro e non avevo mai saputo dell’esistenza di quella spiaggia. Inoltre, avrò attraversato la pineta lunga decine e decine di chilometri percorrendone in bicicletta il sentieri interni segnati su tutte le mappe delle due regioni, ma non ho mai sospettato l’esistenza di quell’angolo di paradiso.
Una decina di anni fa, ebbi occasione di conoscere un collega della zona con il quale condividevamo la stessa passione per le uscite in canoa ed il naturismo. Mi chiamò per invitarmi a trascorrere un fine settimana nella sua villetta al mare ed aderii con entusiasmo all’invito. La costruzione si trovava a duecento metri dalla spiaggia nella cittadina venti chilometri a sud della zona che abitualmente frequentavo. Ci trovammo il pomeriggio del venerdì che trascorremmo in spiaggia con sua moglie e la figlioletta che camminava appena. La sera trascorse chiacchierando in famiglia e per l’indomani in programma venne introdotta la classica uscita in canoa che già facevo anche da solo.
Partimmo con le due canoe alle otto, dopo una robusta colazione, con tutto quanto serviva per stare fuori ...
... almeno quattro ore. Di strada ne macinavo molta da solo, in compagnia le cose vanno decisamente meglio, ci si sente più sicuri e protetti. Enrico pagaiava ad un ritmo discreto e tendevo a lasciargli decidere il ritmo una volta considerato che io avrei tenuto una media più elevata di battute, (per questo amavo uscire da solo); ma per stare in compagnia andava bene anche così. Si avanzava appaiati ad una certa distanza, mettendoci vicini solo per consumare uno snack o scambiare qualche battuta.
Sulla via del ritorno, Enrico iniziò ad avvicinarsi alla costa. Lo facevamo solo quando temevamo di incontrare la guardia costiera che in un paio di occasioni (da soli in periodi diversi), aveva minacciato di multarci perché non eravamo in regola. Guardandomi attorno non vidi nessuno e rispondendo al mio inespresso quesito, l’amico chiarì che avrebbe voluto farmi vedere una cosa. Continuammo a vogare per un’altra decina di minuti, poi mi invitò a guardare verso riva. A ridosso della pineta, riparata alla vista di chi transitava attraverso i suoi sentieri da una serie di dune coperte da vegetazione, una piccola spiaggia bianca con una ventina di ombrelloni molto distanti tra loro.
Non avviciniamoci si affrettò a dire l’amico, sono sicuramente tutti nudi, e quella che vedi, noi la chiamiamo “Paradise beach”, tu che vieni da anni in queste zone la conosci? Non voleva crederci, ma non ne avevo nemmeno mai sentito parlare. Mi propose di andare a prendere il sole già da quel pomeriggio se ...