Che casino (capitolo 2)
Data: 02/03/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Incesti
Autoerotismo
Autore: Signor No, Fonte: RaccontiMilu
... la ragazza bionda che è nella foto profilo del Facebook di Arianna. Sì, se ve lo state chiedendo, siamo amici sul sociale e sì, ogni tanto vado a farmi i fatti suoi, a constatare quanto sia sempre stata bella e quanto, bene o male, sia piccola per me. Ah… avere dieci anni in meno…
«Vorrà dire che non ti aspetterò alzato allora.»
Mi sorride, non proprio con innocenza, e si avvicina per darmi un bacio su una guancia. Un’ondata di profumo, molto sensuale e seducente, mi travolge e mi turba ancora di più. Devo stare calmo. Devo trovarmi una donna.
«No zio, direi proprio di no.»
«Fai la brava però, mi raccomando, altrimenti tuo padre mi mette in croce.»
Mi guarda piena di rimprovero.
«Non sono una bambina, so badare a me stessa.»
Mi lascio scappare una smorfia. Ha ragione, sto parlando come un vecchio.
«Non è di te che mi preoccupo, ma degli altri.»
«Cosa vorresti dire?»
«Che sei una bella ragazza e non passi inosservata.»
La vedo mentre le si illuminano gli occhi e gonfia il petto. Ha un fisico che toglie il fiato e un viso da copertina. Anche a me si gonfia qualcosa…
«Ti piaccio zio? Sto bene vestita così?»
Colto in fallo. Sento le guance diventare rosse come se fossi uno stupido liceale. Arianna si liscia il vestito con le mani, io penso che farei il contrario, glielo tirerei su e la scoperei volentieri, ma resto in silenzio. Specie quando piega un ginocchio tirando su un piede e fa una giravolta mettendosi in mostra per me. Vorrei ...
... averla filmata…
«Sì Ari, sei… stai davvero bene così.»
Pensare che passerà la notte in discoteca, in quel carnaio di locale, mi fa male.
Le brillano gli occhi.
«Magari mi vesto così quando ti deciderai a portarmi a quel ristorante greco che mi raccontavi.»
No, così no,penso tra me e me,chissà chi penserebbero che siamo.
Qualche giorno fa, ormai anche qualcuno in più, le ho parlato di un ristorante greco dove si mangia davvero bene e le avevo promesso di portarcela. Poi la cosa mi è passata di mente, ho avuto diversi pensieri e la cosa è passata in secondo piano.
«Sarà un’uscita tranquilla, potrai vestire anche più comoda.»
La vedo rabbuiarsi.
«Vuoi dire che non mi vuoi così?»
Un momento. Cosa vuol dire che non ti voglio? Questa ragazza mi sta mettendo in crisi. È meglio che me ne vada. In fretta.
«Voglio dire che… prossima settimana, promesso, andiamo al greco.»
Mi butta le braccia al collo e mi stampa un altro bacio sulla guancia. Un sorrido che spazzerebbe via le peggiori tempeste.
E me ne vado.
La partita di calcetto si rivela più impegnativa di quanto mi aspettassi. Eravamo tutti tranquilli e rilassati all’inizio. Poi lo spirito di competizione si è impadronito dei nostri corpi e siamo diventati peggio dei demoni, correndo fino a sputare sangue e arrivando sulle caviglie dei nostri avversari nemmeno fossimo stati in guerra. Non pensiate poi che siamo dei gran calciatori! Tra i piedi a banana e i dribbling a se stessi la partita ha ...