Che casino (capitolo 2)
Data: 02/03/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Incesti
Autoerotismo
Autore: Signor No, Fonte: RaccontiMilu
Capitolo 2.
Non voglio star qui ad annoiarvi con eventi che non hanno nulla di esaltante. Quella domenica all’Ikea si è dimostrata meno angosciante di quanto mi aspettassi. Ho scoperto che tra Arianna e suo padre c’è un ottimo rapporto e che sanno intendersi molto bene. Mio cugino si è dimostrato impeccabile nel gestire la figlia e l’arredamento della camera. Solo una volta c’è stata una situazione di tensione e, proprio mentre mi stavo decidendo a intervenire, Roberto è stato capace di sciogliere il nodo con una diplomazia che non sapevo gli appartenesse. Arianna si è rivelata una ragazza in gamba, con la testa sulle palle e con ben presente ciò che vuole dalla vita, con un fascino e un’intelligenza che non esito a definire sopra la media.
Il problema è stato il mio averla intorno tutto il giorno con quella maglietta corta che lasciava intravedere un poco di pelle candida dal ventre e quei dannati leggings a fasciarle le cosce tornite e invitanti. E, se ve lo state chiedendo, il suo bel culo in mostra. Qualcuno pensa che portare i leggings senza nulla a coprire il bacino sia vergognoso, io invece ringrazio le fanciulle che lo fanno. Ci regalano panorami alquanto interessanti e godevoli. Così aveva fatto Arianna e c’era poco di lei che fosse lasciato all’immaginazione. Ho dovuto trattenermi con un discreto sforzo di volontà sia perché è nipote, ma anche perché potrebbe essere mia figlia con quei vent’anni in meno.
Quindi, se proprio devo trovare un lato negativo in ...
... quella domenica è l’aver avuto accanto una tale bellezza e, al tempo stesso, dover misurare gesti e parole.
Cosa che lei non ha fatto.
Ho notato presto che mi era sempre molto vicina e spesso, in un modo o nell’altro, trovava il modo di sfiorarmi. Più di una volta mi ha preso per mano per trascinarmi a vedere qualche mobile che aveva attirato la sua attenzione. Una di quelle volte siamo finiti dentro un salotto arredato, di quelli espositivi, mentre suo padre era intento a prendere le misure di un armadio. Non era la prima occasione che ci separavamo da Rob, ma era la prima in cui Arianna si metteva in mostra in quel modo. Infatti, mentre nessuno ci guardava e mi precedeva di qualche passo, si è piegata in avanti per prendere un soprammobile (o prendipolvere, come li chiamo io) a forma di coniglio bianco. Nel farlo si era guardata bene dal piegare le ginocchia e, in un attimo, mi ero ritrovato quel meraviglioso fondoschiena proprio sotto i miei occhi. I leggings neri e attillati non lasciavano nulla all’immaginazione ed ero riuscito a distinguere anche il contorno dell’intimo.
Quando si era tirata su e si era girata per mostrarmi quel cazzo di coniglio mi aveva chiaramente colto in fallo e mi ero sentito un perfetto ebete morto di figa. Lei, invece, aveva sorriso e da quell’espressione era risultato fin troppo chiaro che quel suo gesto non era stato fatto a caso.
«Ti piace zio?»
Non ero riuscito a capire se parlasse del suo culo o del coniglio. Avevo preferito ...