Clelia e lucia
Data: 21/02/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Nepenthes, Fonte: Annunci69
... quell’irrequietezza che conosceva bene solo grazie alle labbra della sua compagna. Clelia, con suo estremo disappunto, era eccitata e non sapeva esattamente perché.
Lucia notò la sua compagna accarezzarsi il seno e smise subito con Paolo.
-“Va bene così! Basta! Puoi metterglielo dentro adesso!”
-“Ma come - ironizzò lui - proprio adesso che la tua amica cominciava a divertirsi!”
-“Smettila e fai ciò per cui sei pagato!”
-“Sì, va bene. Però nella jacuzzi”
Paolo si immerse per primo e Clelia, tenendo per mano Lucia, entrò timorosa, sedendosi su di lui.
Dopo due o tre scatti verso l’alto, Clelia scivolò lentamente giù, con gli occhi sbarrati, guardandosi continuamente attorno come a cercare chissà che cosa, sorpresa che quella cosa stesse entrando dentro di lei e non facesse più così male… Anzi.
Paolo chiese di poterle leccare le tette.
Lucia rifiutò. Clelia acconsentì sostenendo che non avrebbe fatto nessuna differenza per lei.
Si sbagliava.
Il lavoro della lingua di Paolo sul suo seno, quei piccoli pizzichi sui capezzoli, scatenarono il fuoco tra le gambe di Clelia che, cominciò a far ondeggiare il bacino, sotto lo sguardo vigile e severo di Lucia. Successivamente, Paolo, infilò le mani sotto i glutei di Clelia e sollevò la ragazza in alto fino al limite superiore della sua interminabile asta, per farla cadere di colpo in basso, fino a darle la sensazione di avere quel suo coso enorme quasi in gola.
-“Fai piano!” ammonì Clelia la quale ...
... cominciò a ripetere, tra sé e sé, che quello che stava cominciando a provare non era, non poteva essere piacere.
Improvvisamente, così, senza nessun preavviso, Paolo si mise a pompare dentro di lei, sollevandola e abbassandola lentamente, con calma, ma perentoriamente e con una regolarità estenuante.
Lucia osservava con aria burbera e feroce, attentamente, la faccia di lei.
Clelia rimaneva impassibile, tentando di mistificare il suo piacere, mentre lui cominciava ad ansimare. Lucia in preda alla rabbia sbottò:
-“Potresti, per favore, smettere di fare i versi, almeno?”.
-“E come faccio? … Va beh! Ci provo!”, e ricominciò la sua lenta cavalcata.
-“Potresti finire per favore?” ruggì spazientita Lucia
-“Ehi, calma, ci vuole il suo tempo, non sono mica una macchina.”
-“L’hai già detto. Muoviti per favore.”
Paolo, obbedendo, accelerò. Clelia, a quel punto, non riuscì a trattenere un gridolino di piacere.
-“Rallenta, cazzo!” Intimò Lucia.
-“Eh, ma anche tu, deciditi no? Senti, invece che stare lì a guardare in quel modo, non potesti andare di là, per favore?”
-“Non ci penso nemmeno! Continua!.. Se puoi sbrigarti… Avremmo da fare.”
Così lui riprese accelerando i movimenti.
Clelia dapprima si aggrappò di scatto al bordo della vasca, inarcò la schiena e alzò le pupille al cielo, poi chiuse gli occhi e si attorcigliò al collo di Paolo mordendosi le labbra, ma Paolo non si fermava, continuava, così eresse la schiena dritta e poi, aggrappandosi ancora ...