1. Io, mia sorella e mia madre… 500 anni fa - vittime dell’inquisizione (x)


    Data: 12/02/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: pollicino, Fonte: Annunci69

    ... entrare anche i nostri genitori, che dalla vergogna di vederci nudi e stretti sconvenientemente l’uno all’altra, ebbero una crisi di pianto.
    
    Il papà, facendosi forza, ci disse, perentoriamente:
    
    - “Siete senza vergogna, la nostra vergogna…”
    
    Mentre la mamma, tra i singhiozzi:
    
    - “Figli miei, ma cosa avete fatto?”.
    
    Noi ci guardammo negli occhi e provammo un po’ di pena per loro, ma subito dopo, sentendo il richiamo dei sensi e il calore provenire dai nostri corpi così stretti, ci sorridemmo placidamente.
    
    Io, risposi per tutti e due:
    
    - “Madre, padre, monsignore e tutti voi, sono anni che abbiamo imparato a conoscerci biblicamente, i nostri corpi sono assetati di piacere, che solo tra noi, fratello e sorella, abbiamo trovato. Ora, fateci ciò che volete, non potrete mai separarci, il nostro Signore Satana ci ha uniti sotto la sua signoria…”.
    
    Il Vescovo, presente, arretrò inorridito, e interrogò i nostri genitori:
    
    - “O sventurati, eravate a conoscenza che nella vostra casa si era instaurato il regno di Satana? Che avvenivano scandalosi sabba?”
    
    E loro, atterriti dal rischio che correvano, risposero, a malincuore:
    
    - “Eminentissimo, noi non sapevamo nulla di quello che facevano questi disgraziati, siamo sempre stati timorati di Dio e fedeli alla Santa Chiesa. Fatene ciò che è giusto”.
    
    Poi, interrogò il “testimone oculare”:
    
    - “Teodoro, racconta quello che hai visto!”
    
    E lui:
    
    - “Avevo sentito dei rumori provenire dalla cantina, e così – temendo ...
    ... la presenza dei ladri – mi avvicinai di nascosto… Guardai dal buco nella porta… E vidi Anselmo e Candida, e Anselmo si era congiunto analmente con la sorella”.
    
    - “Basta!”, disse l’alto prelato, e fece un cenno alle guardie, che avanzarono prendendoci – due ciascuno – per le braccia, e ci trascinarono - nudi com’eravamo - fuori della casa, dove ci aspettava un carro per condurci nelle carceri del Vescovado.
    
    4. Il carcere e l’interrogatorio.
    
    In carcere, fummo divisi, e posti in due celle separate, dove l’uno non poteva vedere l’altra, ma solo sentire le reciproche voci.
    
    Era freddo, umido, ma non ci venne dato alcun indumento con cui coprirci.
    
    Restammo così per 5 lunghissimi giorni, in balìa dell’incertezza più assoluta, senza che nessuno venisse a prenderci, a dirci cosa sarebbe accaduto, con l’unica “compagnia” delle urla disperate degli altri carcerati che venivano torturati per farli confessare.
    
    Il giorno dell’interrogatorio, a Candida fu fatto indossare appena un perizoma di lana, tessuto in un unico pezzo di stoffa grezza, rivestito internamente di cuoio a cui erano applicati tantissimi chiodi, che le si conficcarono nelle carni della vagina; null’altro, cosicchè le sue proverbiali tettone ballonzolanti furono lasciate alla pubblica gogna.
    
    A me, invece, non fu dato alcun indumento, e i miei genitali lasciati liberi di mostrare le più diverse reazioni…
    
    Fummo portati assieme nella sala Capitolare, e li fu la prima volta che ci rivedemmo…
    
    I nostri ...
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