Io, mia sorella e mia madre… 500 anni fa - vittime dell’inquisizione (x)
Data: 12/02/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: pollicino, Fonte: Annunci69
1. Premessa.
A quel tempo, io (Anselmo) e Candida (solo di nome, ndr) vivevamo in un remoto borgo di Spagna, Frias, sotto il terribile inquisitore Torquemada.
Erano anni in cui dovevamo vivere la nostra “particolare” sessualità nel buio di una modesta casetta, di nascosto anche dai nostri genitori, che se lo avessero scoperto ci avrebbero denunciati loro stessi alle autorità, per paura di tremende vendette…
Io avevo 26 anni e Candida 20, e avevamo già fatto profonda esperienza dei nostri corpi, ci amavamo come marito e moglie, e non passava giorno che non congiungessimo le nostre carni.
Io, Anselmo, ero alto 1 metro e 65 per 90 kg, moro, fisico appesantito dal duro lavoro di carrettiere, mentre Candida, già promessa sposa, era alta più o meno come me, 85 kg, formosa e ben proporzionata, con due tette toste da 5 misura e fianchi abbondanti e rotondi; un po’ di adipe sulla pancia e un bel culo grosso che faceva da contraltare ad una spettacolare fica pelosa, nerissima e ben curata, che mi aveva sempre mandato ai matti…
Avevamo eletto a nostro nascondiglio, o per meglio dire a nostra alcova, una grotta sottostante la cantina della casa paterna, che avevamo scoperto casualmente e di cui nessuno – nemmeno i nostri genitori – era a conoscenza.
L’accesso alla “stanza del peccato”, che si apriva nella cantina, lo avevamo celato alla vista di occhi indiscreti con enormi balle di fieno che servivano per alimentare gli animali di famiglia…
Dimenticavo: i nostri ...
... genitori erano Diego, di 50 anni e anche lui carrettiere, e Gertrude, 45 anni, dama di corte della regina Isabella di Castiglia. Erano gente semplice, ma che ci aveva allevati con tanto amore.
2. La copula: scoperti dal servitore di mio padre.
Un giorno, il 25 Marzo, Solennità dell’Annunciazione, mentre tutti erano in chiesa, noi due sgattaiolammo in fretta nel nostro luogo segreto…
Immediatamente, i vestiti volarono via, e i nostri corpi iniziarono come una danza di corteggiamento: le mie labbra si posarono, delicate come una farfalla, sulle areole scure delle sue tette, prima sull'una e poi sull'altra… la lingua, disegnò un’umida circonferenza su di esse, e quando fu il momento avvolse come un mantello i capezzoli turgidi di Candida…
Già così, la sentivo ansimare, un respiro che andava facendosi sempre più rapido… Più stuzzicavo quelle meraviglie, e più la sentivo stringere le sue gambe sui miei glutei…
Con la bocca avida smaniavo dal desiderio di possedere il suo corpo, e cercai di “addentarle” le mammelle che, enormi quali erano, mi sfuggivano ad ogni tentativo.
Così, tornai a sfiorare quelle stupende rotondità, e mi spostai in mezzo, in quell’avvallamento, dandole un attimo di respiro…
Con la bocca aperta e la lingua di fuori, appiattita più che potessi sulla sua pelle odorosa e profumata, iniziai a scendere sul suo torace, mentre con le mani affondavo in quei fianchi incredibilmente morbidi e quasi spugnosi.
Arrivai all’ombelico, mia altra passione… ...