Non so il suo nome.
Data: 08/02/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Laila, Fonte: EroticiRacconti
Plinc Plinc.
Il ridicolo suono della notifica. Un brivido.
Non ci siamo mai visti. Non sappiamo i reciproci nomi.
Abbiamo iniziato a scambiarci messaggi in un gruppo, messaggi ammiccanti, ma non espliciti.
Poi siamo passati in privato. E i messaggi sono diventati subito molto diretti.
E quel suo essere diretto, quasi rude e sbrigativo a volte, mi è sempre piaciuto molto.
Non ci sono stati convenevoli. Non c’è mai stato posto per faccine, baci col cuore o senza cuore, né per la buonanotte e il buongiorno. Solo quasi ordini.
Ordini di lui, che è l’uomo. Che io eseguo con un brivido ogni volta.
Un brivido che mi scende dalla nuca lungo la spina dorsale e finisce là, sciogliendomi dentro in un mare caldo.
Aveva iniziato con un semplice “voglio vedere il tuo seno”. A cui io avevo obbedito, inviandogli una foto del mio minuto, ma aggraziato seno. Non avevo voluto, e non avrei nemmeno potuto, nascondere la turgidità dei miei piccoli capezzoli scuri. Che si erano induriti istantaneamente pensando che, dall’altra parte dello schermo, c’era un uomo che mi stava guardando e che, probabilmente, aveva voglia di toccare quei miei capezzoli, o magari leccarli e mordicchiarli piano. E poi forte.
Era esattamente così. Me l’aveva confermato lui stesso qualche secondo dopo aver visualizzato la foto. “Dio mio, cosa farei… vorrei stringerli tra due dita, sentirli pulsare tra i miei polpastrelli e poi iniziare a leccarli, sentendoli caldi e duri.”
Ho molte volte ...
... cercato di immaginare come potrebbe essere d’aspetto. Mi importa poco, in realtà. Sono sempre stata attratta per prima cosa da altre doti. Un uomo può conquistarmi, e farmi eccitare fin quasi all’orgasmo, soltanto usando le parole. Ma usandole bene. Mi piacciono gli uomini che hanno ironia e cultura, quelli che sanno prendere in giro una donna ed essere poi estremamente seri e arguti. Chissà perché, dal modo di scrivere o di parlare di un uomo, dipende l’immagine che mi faccio di lui.
Lui me lo immagino sulla cinquantina, qualche capello grigio, barba curata, ma di tre giorni. Sorriso devastante, voce calda e maschile. Chissà se è davvero così.
Ho visto in foto qualche parte del suo corpo, ma mai il viso, né sentito la sua voce. Ho visto le sue mani, forti, le sue spalle larghe, la pelle di quella tonalità calda che non si sa se dipende dalle origini o dal sole. Non ci sono addominali scolpiti, ma ci sono muscoli avvolti da uno strato morbido. Non so niente di più di questo. Ma so che tutto questo mi piace.
Il gioco si è poi fatto sempre più spinto. Un sottile gioco di dominazione a distanza che ci tiene tutti e due incollati al display del cellulare e del PC. Non solo a notte fonda, quando lui omaggia la mia femminilità con lunghi e intensi piaceri solitari, ma anche durante il giorno, inserendosi come una piccola scossa tra le attività della vita di tutti i giorni. Così, mentre sono seduta alla scrivania dello studio medico in cui lavoro, alle volte tutti i pazienti ...