Racconto di natale
Data: 01/02/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... leggermente di lato, un giovane sulla ventina… l’aria era familiare, ma non poteva essere... Forse avrei dovuto saltar su e urlare a squarciagola, come in certi film di horror, ma non lo feci, anche perché non ne avrei avuto la forza.
Continuavo, invece, a fissarlo, non riuscendo a capire cosa stesse succedendo.
“Non mi riconosci?”, chiese l’ombra con voce malinconica.
“Salvatore!...”, esclamai, incredulo… stupito…
Lui sorrise e mi si fece più vicino. Era bello, mio Dio, come era stato bello a vent’anni, con quel sorriso malizioso, i capelli scompigliati… Un alone luminoso sembrava emanare dalla sua persona.
“Ma non è possibile… - esclamai - tu sei morto…”
“Ma tu non mi hai dimenticato.”, rispose soltanto e si sedette vicino a me, nel posto che gli avevo fatto sulla grande poltrona.
E come avrei potuto dimenticarlo? le nostre scorribande sulla vecchia auto di suo padre, seduto vicino a lui che guidava, stordito dal suo odore, divorato dal desiderio di toccarlo…
“Perché sei qui?”, gli chiesi.
“Non sei contento di vedermi?”
“Mio Dio…”
Sentii l’emozione soffocarmi. Allungai una mano e gli sfiorai il braccio: era reale… non era un’ombra… E reale era la mano che strinse la mia… calda e forte … come la ricordavo, quando gliela stringevo per salutarlo. Ero felice che fosse lì, anche se non ne capivo il motivo, né il come fosse possibile.
Fossimo stati in un racconto di Dickens, avrei detto che era il fantasma di uno dei miei Natali passati… ma ...
... eravamo nella realtà della mia cucina ormai offuscata dalla penombra del tardo pomeriggio invernale. Ma era davvero importante?
Mi godetti per un momento la sua presenza, il suo calore…
“Perché sei qui?”, gli chiesi ancora.
“Perché avevi bisogno di vedermi.”, rispose.
Mi sentii percorrere da un brivido.
“Sei venuto a prendermi?”
Salvatore scoppiò a ridere, quella risata piena, squillante, allegra, quella risata franca che era uno dei ricordi più belli di lui.
“No, che ti salta in mente?”
“Perché, allora, dopo tutti questi anni?”
“Perché so che ci sono delle cose che non mi hai detto, non è così?”
Sentii gli occhi che mi si riempivano di lacrime.
Lui rimase in attesa e mi strinse la mano.
“Ero innamorato di te…”, mormorai a fior di labbra.
“Eri?...”
Oh, Gesù benedetto! Quell’ombra mi leggeva direttamente nel cuore.
“Non ti ho mai dimenticato.”, confessai ed era vero.
“Perché non me l’hai mai detto?”
“E come facevo? Chi me lo dava il coraggio?... Non ricordi in che mondo vivevamo?”
“Lo so e forse se me lo avessi detto, mi avresti rovinato la vita. – disse Salvatore con amarezza – Ma quante volte ho aspettato che tu facessi un gesto, che mi aprissi i pantaloni, che mi toccassi… Non sentivi i brividi, quando per gioco mi sfioravi il culo?”
“E tu ti tiravi indietro…”
“Dovevo…ma perché non hai insistito? Perché non hai mai fatto quel passo in più? Come avrebbe potuto essere diversa la nostra vita.”, quanto rammarico c’era in ...