Cuckold 8
Data: 30/01/2023,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
L’estate passò lenta, calda e noiosa; Silvana aveva perso il gusto di frasi sbattere a più riprese, in bagno o in auto, da amanti occasionali; senza che se ne fosse resa conto, le ‘mazzate’, che la breve storia con Ottavio le aveva procurato, l’avevano quasi costretta a ripensare tutti i suoi comportamenti; ad aggiungere motivi di rimorso, si misero anche le amiche, di cui almeno tre avevano avuto, dall’uomo che non aveva saputo tenersi, notti indimenticabili; la loro nostalgia la faceva star male.
La ripresa dell’attività, a fine agosto, le risultò disagevole; sentiva il vuoto della casa senza una vittima da massacrare e si vergognava di come lo aveva umiliato; per di più, nere nuvole si addensavano sul lavoro, che minacciava di andare in crisi per la nascita improvvisa, quasi come funghi dopo la pioggia, di centri commerciali potenti e di proprietà multinazionale che schiacciavano i piccoli rivenditori come quello in cui lavorava lei.
Il cuore le si fermò per un momento, quando vide avanzare nella ‘solita’ mensa operaia una tuta che riconobbe subito, perché era quella che sul lavoro indossava Ottavio; ma non era lui; stranamente, si diresse difilato al suo tavolo, quasi ripetesse una scena recitata tempo prima; si presentò con grande garbo, le chiese permesso e sedette di fronte; disse di essere il nuovo tecnico mandato in zona al posto di Ottavio che era passato ad altro ruolo; le portò i suoi affettuosi saluti.
Ingoiò il magone che la notizia le aveva procurato e ...
... fu persino brusca con l’altro, che non aveva colpe; ricordando come era finita male la precedente esperienza proprio per i suoi modi autoritari, si scusò per la freddezza; l’altro simpaticamente le rispose che sapeva bene che l’incontro precedente era stato di altra natura; anche il suo amico non stava gran che bene e viveva con grosso turbamento la scelta di far affidare a lui la zona, per passare alla scrivania, dirigente dei commessi del magazzino.
Silvana lesse nelle scuse un modo per farle sapere che ora lui lavorava in città, nel grande magazzino di elettrodomestici; se avesse voluto, poteva raggiungerlo e spiegare gli equivoci; si riservò di pensarci e di parlarne con le amiche; la sera, al bar solito, le tre, che conservavano di lui un ricordo affettuoso, furono concordi a suggerirle di riprendere i contatti, a condizioni diverse; si sentiva autorizzata e spinta a fare una capatina nel negozio, quanto meno per tornare a guardarlo in faccia.
La città distava solo una ventina di minuti dal loro paese; una linea automobilistica garantiva il collegamento; una fermata era posta proprio davanti al negozio; il depliant diceva che erano aperti anche di sabato e, in certe occasioni di domenica; si rese conto che tutto concorreva a spingerla verso l’incontro per cercare di ritrovare quello che aveva stupidamente buttato; decise di andare quello stesso sabato.
Fermò uno degli ddetti e chiese di Ottavio; le indicò la struttura degli uffici; lo vide e lo richiamò; lui le ...